Torna il maresciallo Bonanno, con la sua sanguigna sicilianità, insofferente delle pastoie gerarchiche e burocratiche, spalleggiato dal nordico, efficiente e modernissimo brigadiere Stoppani e coperto dalla ruvida ma vigile bonomia del giudice Pansavecchia.
L’atroce barbarie della guerra civile balcanica fa da cornice a un mosaico angosciante che predica la violenza sui più deboli. Un ferimento, fatto passare per incidente, rovina la prima cena romantica del nostro eroe. Sarà seguito da un delitto infame che lo catapulta in una storia inquietante e caleidoscopica piena di sfaccettature. Ma gli ostacoli, la presunzione dei superiori e il piano perverso della mente crudele di una mantide non l’avranno vinta su Bonanno, esaltato dalla complice e rassicurante tenerezza di Rosalia.
Lo spirito di corpo, facendo scordare i litigi, stringe i ranghi dell’arma. I veri cattivi saranno puniti, l’ombra del male sembra allontanarsi. Il cerchio si chiude.
Bella l’immagine finale del bambino vittima, reso adulto dalla vendetta mentre nella memoria collettiva di un popolo domina ancora la grandezza rinascimentale di Scandberg.
Mistretta ci offre con misura una storia noir, intrisa di poesia. Grazie!