L’ultima cena del commissario Luciani



Claudio Paglieri
L’ultima cena del commissario Luciani
Piemme
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Il commissario Luciani di trova alle prese con un caso che sicuramente avrebbe preferito non affrontare mai. Lui, quasi due metri di pure ossa, con un rapporto col cibo che ,se non quasi inesistente,è certamente problematico, si trova costretto a fare da guardia del corpo a un famoso chef e critico gastronomico che riceve minacciose lettere anonime e quindi a girare per ristoranti di lusso a disquisire di aromi, retrogusti e tagli di carne. Per accontentare il questore che vede in questo caso la possibilità di un rilancio dell’immagine della polizia genovese, è quindi costretto a scendere controvoglia a patti con la sua rigorosa etica professionale e a lasciare al vice Calabrò l’indagine sull’omicidio di un tunisino e che ha come sfondo la produzione di olio in Liguria e che, nello svolgersi della trama, non manca di considerazioni sulle difficoltà dei matrimoni misti tra persone di fede diversa. In queste due vicende si inserisce una terza trama, che riguarda le vicende personali del commissario .
L’alternanza dei capitoli con lo svolgimento delle tre vicende parallele contribuisce a rendere la lettura ancora più scorrevole e piacevole.
Un giallo che funziona , convince e stupisce sino alla fine, e che per bocca di alcuni personaggi non manca di far riflettere su come a volte l’esagerata produzione vada a sfavore della tanto sbandierata qualità dei prodotti.
Al mistero si aggiunge una sana dose di ironia che sta tutta nell’atteggiamento tra il diffidente, lo stupito e l’incredulo del commissario al sentire la descrizione dei piatti fatta dai vari chef. Alcune considerazioni strappano davvero grandi sorrisi.
Un libro da gustare.

Cristina Aicardi

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