Il famigerato “mondo di mezzo” di Roma. Intervista a Mauro Marcialis – Roma calibro zero

Mauro Marcialis, da poco in libreria con Roma calibro zero, SEM Editore, ha cortesemente accettato di chiacchierare un po’ con noi.


Mauro benvenuto su Milanonera e grazie per aver accettato la nostra intervista. La storia raccontata nel tuo romanzo è forte e cruda, ma indubbiamente realistica, quindi ti chiedo a cosa o a chi ti sei ispirato per scriverla e se c’è stato qualche momento o qualche passaggio in cui ciò che stavi raccontando ti ha messo in qualche modo in difficoltà?
Grazie a voi, è un onore essere “qui”. L’ispirazione maggiore è derivata dall’osservazione di quelle dinamiche banditesche tipiche di Roma, dove le associazioni criminali più rilevanti agiscono di fatto da meri broker e sono le mafie autoctone a provvedere ai traffici illegali sul territorio. In questo senso, sono state utili le risultanze dell’indagine Mafia-Capitale nella quali si fa riferimento al famigerato “mondo di mezzo”, ovvero quel mondo dove si “connettono” gregari e boss della criminalità con personaggi appartenenti alle istituzioni, alla politica e alla finanza. C’è inoltre un richiamo all’omicidio di una ragazza avvenuto qualche anno fa proprio nel quartiere di San Lorenzo, anche se la narrazione, con riferimento alle dinamiche, ha uno sviluppo differente. Le difficoltà ci sono state senz’altro e hanno riguardato soprattutto l’aspetto emozionale. Ci sono personaggi che, spinti da sentimenti di amore e amicizia, compiono atti estremi contrari ai propri principi e alla propria convenienza, ci sono personaggi indifesi o deboli oppure innocenti che subiscono abusi sconcertanti e azioni ingiuste. Quando, come in questo caso, alcuni degli episodi più drammatici vengono esplicitati con una certa asprezza (e, aggiungerei, con un’appendice di “realtà”) il carico emotivo è pesantissimo. 

Nella mia recensione su Milanonera io parlo di “buchi neri”, ovvero posti in cui gli esseri umani tutti, possono essere inghiottiti perché il buio sociale o umano è più profondo e cattivo che in altri posti. Tu pensi che in una metropoli come Roma sia più facile scovarli o immaginarli per poi farne location di una narrazione?
A Roma è certamente più facile perché, essendo appunto una metropoli con una storia criminale molto ricca, ci sono più occasioni di essere risucchiati nel “buco nero” che hai definito. Nell’immaginario collettivo Roma rimane una città meravigliosa, accogliente e magica (in effetti lo è), ma ci sono anche parecchi luoghi oscuri, imbarbariti e imbruttiti, colmi di disagi e di “impicci” nei quali alcune storture del nostro animo attecchiscono con maggiore vigore.

Essendo un noir poliziesco i tuoi lettori alla fine restano spiazzati da quanto, in realtà, il vero personaggio forte sia una donna, quella che tu promuovi a vera protagonista della trama e che sa lottare da vera leonessa, anche in maniera affatto pulita. Vuoi parlarci di questo personaggio femminile e magari dirci se a te personalmente piace oppure no?
Immagino ti riferisca ad Annalisa, la moglie del protagonista nonché voce narrante, Flavio Fiore. È un personaggio che mi piace nella misura in cui viene “valorizzato” dal lettore. Grazie alla tua riflessione, posso ora affermare che l’adoro, perché è emersa “l’umanità” e l’empatia che avevo intenzione di far risaltare. In linea più generale, credo sia un personaggio funzionale a caratterizzare la tragicità di parte della trama e a delineare il vortice angoscioso di cui è preda suo marito.  


E a proposito di personaggi se tu dovessi far tornare qualcuno di loro in un tuo prossimo scritto, anche solo per un cammeo, chi faresti tornare e perché? 
Farei tornare senz’altro Flavio Fiore, sua moglie e suo figlio, perché sono personaggi ancora “in costruzione” con parecchie situazioni in sospeso. Per lo stesso motivo, mi piacerebbe rivedere all’opera il giovane e scaltro gregario di una batteria criminale romana, Rocco Terzi. Infine, il Commissario Gannico: sarebbe interessante rivivere parte del suo passato. 

Scegli una frase, una sola frase di Roma calibro zero che a tuo parere possa racchiudere tutto il senso del libro e regalala ai nostri lettori.
Questa è davvero difficile, però tornerei a Roma. Dopo che questa vecchia bagascia rinasce ad ogni alba più affascinante di prima, sorprendendoti sempre… “Nessuno riesce a spiegarne il motivo; deve avere a che fare con la magia, perché la storia, certa storia che si è fatta qui, in fondo, non è da raccontare con troppo orgoglio”. 

MilanoNera ringrazia Mauro Marcialis e SEM Editore per la disponibilità

Antonia del Sambro

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