Siamo nella Londra vittoriana. Mentre sui giornali appaiono le avventure di Sherlock Holmes raccontate da Watson, nei bassifondi della città , in quei quartieri come Southwark dove è freschissimo l’eco degli omicidi di Jack lo squartatore, un altro investigatore si dà da fare: è Arrowood.
Ex giornalista, con la fama di disvelatore di verità che altri avrebbero voluto tenere nascoste, è caduto in disgrazia dopo un caso andato male e si è dato al bere. Abbandonato dalla moglie, si ritrova da solo e con una sorella che torna e vorrebbe organizzargli la vita. Come Sherlock ha un aiutante Barret, che è colui che racconta la storia in prima persona.
La rivalità con il grande Holmes è presente in tutto il libro, lo stesso Barret/ Watson punzecchia spesso Arrowood, prendendolo in giro nel paragone col famoso investigatore dell’alta società inglese.
Ma se Sherlock indaga per deduzione, leggendo gli indizi e traendone conclusioni, l’abilità di Arrowood consiste nel capire e interpretare le persone, nel leggere le emozioni. Emozioni che sono la sua forza ma anche la sua debolezza. A volte è disposto a vedere il bene anche nei peggiori delinquenti, altre è pieno di pregiudizi tipici del suo ceto.
Arrowood si burla delle deduzioni di Holmes, e quando deve mandare qualche bilgietto usa il soprannome di Mr Locksher. Anche l’ispettore Lestrade viene nominato, ma qui, nei bassifondi, opera l’ispettore Petleigh, che non vede di buon occhio l’operato di Arrowood, ma lo tollera per mancanza di forze di polizia.
L’inchiesta di Arrowood sulla scomparsa di un uomo che lavorava nel ristorante di un noto capo criminale e sull’omicidio di una ragazza, si muove in una Londra inondata dall’alcool e scossa dai fermenti indipendentisti dell’Irlanda. Risolvere il caso gli permetterebbe di avere più visibilità e la gente saprebbe che Holmes non è l’unico investigatore di Londra.
Se amate i gialli che vi portano in un altro tempo  e alla Holmes, provate a conoscere Arrowood, primo libro di una serie di cui sono già stati venduti i diritti alla tv.
Arrowood
Cristina Aicardi
