Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay



micheal chabon
Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay
rizzoli
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Micheal Chabon fa parte di quel circolo di scrittori americani bianchi, occhialuti, emozionati e descrittivi con base a New York, un club ricco di membri produttivi.
Il problema č che lui č anche ebreo e quel sangue culturale che va da Bellow a Roth ce l’ha nelle vene e gli conferisce una coscienza interiore superiore rispetto alla normale visione apatica e cinica di altri bravi scrittori newyorkesi moderni.
Il suo Le fantastiche avventure di Kavalier & Clay parla di ambizione, lavoro, arte, rapporti padre-figlio, integrazione, amore e soprattutto fumetti in una forma straordinariamente ben romanzata nell’America degli anni 40 dove il mettersi in gioco e avere un’idea vincente erano le chiavi di un successo sicuro.
Joe Kavalier č un ebreo cecoslovacco che fugge rocambolescamente da Praga con il suo maestro di magia ed escapismo portando in salvo il Golem, gigante di argilla protettore degli ebrei, e, girato il mondo da est, finisce a New York in casa del cugino Sammy Clayman, anch’esso adolescente.
Scoperte le capacitŕ artistiche del parente europeo, Sammy gli propone di creare un eroe dei fumetti.
Il personaggio da loro creato č l’Escapista (poi ripreso e creato come vero fumetto dal maestro Will Eisner, quello di The Spirit), un eroe che incarna tutta la voglia di rivalsa dell’orfano che nel nuovo mondo diventa supereroe.

Nel libro sentirete dire in centinaia di modi diversi come č blu il cielo e come sia fredda la giornata, la struttura piů che mai classica del romanzo di formazione ambientato in suggestivi ambienti passati potrebbe sembrare giŕ vista e forzatamente caricata di significati, ma questo č un libro che vale, non soltanto perché ha vinto il Pulitzer nel 2001, ma anche perché incolla su ritmi e stilemi commerciali un linguaggio e una prosa di qualitŕ superiori.
Grazie al fumetto, che egli porta magistralmente nel romanzo sia a livello di storie raccontate, sia a livello di come quelle storie siano create su carta, ha raggiunto due scopi in uno: rendere efficacemente l’immaginario popolare degli anni 40-50 che racconta e trasporre su un livello immaginario e superlativo la vita di un orfano ebreo in fuga dalla morte che nella “terra delle opportunitŕ” trova gioia e dolore, ma soprattutto avventura e conoscenza.
In un era dove la cinematografia si basa sempre piů sui fumetti, la letteratura ha provato la stessa sfida, ma non prendendo le strisce per usarne la trama, bensě creando un supereroe da zero e romanzando le vite dei suoi creatori per costruire un opera lineare, pulita e di qualitŕ.

matteo cavazzon

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