Patrizia Debicke e Alessandra Ruspoli, mamma e figlie unite dalla passione, per la scrittura, per il giallo e per la storia. Il risultato è L’enigma del fante di cuori, un intrigante giallo storico uscito per Delos Digital ambientato nell’Inghilterra del 1700.
Perché avete scelto proprio questo particolare momento storico per ambientare il vostro libro?
Perché è un momento molto particolare, di grande transizione per Francia e Inghilterra con intriganti contaminazioni e interferenze italiane e spagnole.
Abbiamo scelto in particolare gli anni 1715/16 per lo speciale interesse del periodo sia in Inghilterra – con l’ascesa al trono del protestante Giorgio I di Hannover, contestato e avversato da Giacomo II, l’ultimo re Stuart in esilio rifiutato perché cattolico – che in Francia, durante gli ultimi anni del Re Sole, con un bisnipote erede al trono di solo cinque anni mentre si avvia all’illuminata reggenza del duca di Orléans.
Di chi è stata l’idea?
Di Patrizia, che lo aveva pensato inizialmente come romanzo giallo a tinte rosa. Alessandra, appena coinvolta ha suggerito di tagliare completamente il preludio rosa, poi insieme abbiamo deciso di puntare piuttosto su un ampliamento molto significativo della parte politica. Di qui la strada era corta per un attraversamento della Manica con sconfinamento in Francia, proprio per allargare la trama al periodo della Reggenza del Duca d’Orléans, troppo poco conosciuto in Italia.
Com’è scrivere a quattro mani con la propria madre/figlia?
Abbiamo un modo di esprimerci molto simile, per fortuna, poi si va avanti per tentativi e relative critiche incrociate.
Spesso dai bisticci nascono contesti esilaranti che portano ad inserire situazioni ironiche e umoristiche per alleggerire il pathos della situazione, vedi il battesimo di Philippine.
Patrizia, una cosa che non ti ho mai chiesto: come è nata questa tua grande passione per la storia?
La storia mi piace mi è sempre piaciuta perché descrive una verità che fa sognare e pensare, forse perché magari mi illudo di trovarci un pizzico di costruttività, insegnamento? Sicuramente avventura e comunque da sempre la storia ha rappresentato un colpo di fulmine. A scuola mi regalava ottimi voti. Velo pietoso sugli altri.
Alessandra: come è nata la passione per la scrittura?
Sono figlia unica perciò ho imparato a leggere prestissimo e ho divorato tanti romanzi da bambina, soprattutto storici e di avventura, dal Corsaro Nero ad Angelica, da Dumas a Stevenson, passando per Guerra e Pace e Agatha Christie. Il tutto condito con una grande curiosità per la storia, coltivata da un padre che la raccontava in modo decisamente anticonvenzionale, sconvolgendo spesso i miei professori.
La mia compagna di banco delle scuole medie ha recentemente ritrovato alcune mie opere prime, avventure straordinarie con mille peripezie in epoche lontane, in cui noi eravamo ovviamente le eroine principali.
Come vi siete divise il lavoro?
Abbiamo provato a capitoli, poi abbiamo ripiegato su un alternato “Vai avanti te che mi viene da ridere”
Ognuna delle due ha sviluppato un’idea e poi l’ha incrociata con le critiche dell’altra. Dai e dai, taglia e cuci…
Quali sono le difficoltà maggiori che si incontrano nello scrivere un giallo storico?
Scegliere una trama e un periodo storico ed entrarci come se uno ci abitasse. Trovare e scegliere personaggi storici reali che si possano far interagire con i personaggi inventati. Individuare il momento sospeso in cui infilare la trama gialla, da inserire e collegare agli avvenimenti storici.
Ricapitolando.
Primo: avere una storia valida da raccontare e saperla scrivere.
Secondo: procurarsi la miglior documentazione possibile per poter inquadrare bene sia il luogo scelto, il tempo, che i personaggi che vogliamo usare. A conti fatti bisognerebbe quasi trasferirsi mentalmente in quel secolo e nei luoghi prescelti.
Terzo IMPORTANTISSIMO: puntare a rendere interessante per i lettori la nostra storia in una rapida concatenazione di fatti e avvenimenti: lotte, tradimenti, contrasti amorosi, ecc. Insomma farla correre senza tracimare in uno pseudo saggio. E dunque puntare alla trama, relegando tutte quelle belle informazioni che abbiamo faticosamente reperito, al loro “giusto” posto di cornice.
Interessantissime sono le descrizioni degli arredi, degli abiti, dei cibi, a che fonti avete attinto?
Qui tocca a me, Alessandra, l’artista e architetto mancato, con un diploma di Trompe l’oeil e decorazione d’interni unito ad una grande passione per il costume e la scenografia. Per questo ho attinto a molti testi che sono stati utili come ad esempio Histoire du Costume di François Boucher. Nella mia vita avventurosa ho anche avuto un negozio di antiquariato e convivo con mobili e quadri di famiglia, decisamente antichi. Sono inoltre stati fondamentali uno dei miei film preferiti: “Que la Fête commence” di Bertrand Tavernier e libri apparentemente rosa ma con una documentazione storica strepitosa come “La pedina scambiata” di Georgette Heyer.
Per quel che riguarda il cibo, da buon Sommelier devo conoscere non solo il vino (e tutti i tipi di alcolici) ma anche la sua storia e quella delle tradizioni culinarie che lo accompagnano. Perchè quasi sempre il miglior vino da abbinare a un piatto è quello del suo territorio che lo racconta e lo circonda.
Descrivete anche i festeggiamenti per il Natale: anche allora usava già farsi dei regali?
Ad Hannover c’era già una tradizione storica dei regali di Natale. E infatti i regali nel libro li fa solo Lord Donagall alla sua famiglia, dopo aver vissuto per quattro anni alla corte di Hannover. In Inghilterra invece si usciva da un periodo in cui, nonostante la restaurazione dopo Cromwell, i festeggiamenti natalizi non erano stati ancora recuperati dagli Stuart, per cui erano ancora relegati all’ambito familiare.
È il primo Natale di Giorgio I come re d’Inghilterra che volle renderlo molto speciale…addirittura reintrodusse nel pranzo di Natale il Christmas Pudding, che i Puritani avevano bandito come osceno in quanto peccato di gola, tanto che fu chiamato King George Pudding.
A un certo punto accennate alla prima rappresentazione in Inghilterra di una commedia musicale francese, I rivali ridicoli, come di una assoluta novità per l’epoca…
Lo confessiamo, abbiamo un po’ barato! “I Rivali Ridicoli”, ovvero “Le Jugement de Paris et la foire des amours”, Opéra Comique in due atti di Jean Jacques Philippe d’Orneval, è del 1718 e non del 1715, ma era troppo carina per cui l’abbiamo ringiovanita di tre anni!
Con lo stesso titolo ci sono state due opere successive in Italia una nel 1780 a Venezia e un’altra nel 1793.
A proposito di musica ci siamo divertite a inserire come cameo Haendel, dato che fu Maestro di Cappella dell’ antenato di Alessandra, il Marchese, poi Principe Francesco Ruspoli a Roma e Vignanello.
Ci sono parecchie altre curiosità nel libro, come l’uso della andrographis paniculata come erba curativa, l’apparizione dell’astronomo Edmund Halley, chi è andato alla ricerca di queste sfiziosissime notizie?
Patrizia è un medico mancato, suo nonno Stefano la avrebbe presa volentieri a calci per non aver studiato medicina.
Di qui l’interesse per la citata andrographis Peniculata, fortissimo febbrifugo, efficace anche contro varie infezioni, in un’epoca che vide sperimentazioni e scoperte in tutti i campi. Teniamo presente che nel 1717 Lady Mary Montagu, moglie dell’ambasciatore inglese a Istanbul, seguendo gli esempi turchi (medicina araba) fece inoculare il vaiolo al figlio di cinque anni secondo la tecnica ottomana della variolazione, che utilizzava virus vivi presi dal pus raccolto dalle pustole del vaiolo in casi lievi della malattia e poi li introduceva in una scarnificazione della cute di individui non affetti, per promuovere l’immunità verso la malattia. La Montagu importò in Inghilterra questa tecnica poi adottata da molte grandi famiglie dell’epoca tra cui quella del re. Anni dopo Edward Jenner, tredicenne quando Lady Mary morì, sviluppò la tecnica più sicura della vaccinazione utilizzando il vaiolo bovino (vaccino) anziché quello umano.
Ancora Patrizia non solo medico mancato ma anche “consumatrice” della scienza per cui la curiosità sul celebre astronomo inglese Edmond Halley al quale si deve la scoperta e il tracciamento della cometa che porta suo nome. Il 3 maggio del 1715, proprio Halley seguì da Londra l’eclissi di sole e anche quella fu chiamata come lui.
Dal vostro libro è chiaro che il finanziamento ai partiti è sempre esistito, niente di nuovo sotto il sole quindi…
Niente di nuovo sotto il sole. Anzi la regola. Alla fine degli anni ’70 del ’600 i partigiani della monarchia inglese, contrari alla successione cattolica diedero origine a due opposti schieramenti politici, i Tories e gli Whigs. Nella successiva fase di trasformazione dei rapporti istituzionali tra re, governo e Parlamento, la lotta politica fu dominata dal conflitto per conservare le redini del patronage, con un sistema basato su relazioni personali e clientelari, che garantiva il controllo delle più importanti cariche governative. Era normale per i membri del Parlamento accettare doni o somme di denaro, ovviamente a scopo di corruzione, come era pratica comune comprare i voti per essere eletti soprattutto nelle circoscrizioni rurali, dominate dai maggiorenti locali, spesso nobili e grandi proprietari terrieri. Vedi i dipinti parlanti del ciclo de “La campagna elettorale” di William Hogarth.
Dopo l’ascesa al trono di Giorgio I, il potere passò pian piano in mano degli Whigs sia perché non sussisteva una reale opposizione parlamentare, sia perché il partito dei Tories fu molto indebolito dal fallito tentativo di rivolta Giacobita. Il successivo ventennio di governo Whig, infatti, fu chiamato l’ “Oligarchia degli Whig”. Ciò nondimeno, nonostante la corruzione amministrativa ed elettorale, in quel periodo gli inglesi godettero di pace e prosperità e, soprattutto di libertà di parola, pensiero e rispetto dell’individuo.
In che periodo storico vi piacerebbe poter fare una capatina con la macchina del tempo e perché?
Patrizia XVI secolo agli inizi. Magari nelle vesti di cardinal nipote (mi vanno bene anche le sottane sì ma coniugate al maschile e pertanto con in mano un alto potere decisionale) magari con un dottore come segretario e ancora meglio con scorta di medicinali. Il perché è semplice: ho sempre ammirato Giulio II come uomo di stato, politico e guerriero. Ha rifatto della Chiesa una possente nazione che con poche mutilazioni (vedi Parma ceduta ai Farnese) ha retto indenne fino ai Savoia. E ha lasciato grande traccia nella storia come munifico finanziatore di immensi artisti rinascimentali.
Alessandra Nel 1600, nella Roma Barocca, per poter approfittare e respirare il genio architettonico di quel periodo. Non mi sarebbe dispiaciuto incontrare Bernini e Borromini, i grandi rivali, e magari farmi costruire un luogo di delizie come il Casino dell’Aurora sul Pincio. È il periodo d’oro in cui per l’appunto, intorno al 1640, Martino Longhi il giovane (1602-1656) realizzò il maestoso scalone di Palazzo Ruspoli, che sale dal portico fino alla loggia che affaccia sul cortile interno, considerato una delle quattro meraviglie di Roma. Ovviamente come maschio primogenito o molto molto ricco, altrimenti mi facevano sposare qualche rospo fine corsa o mi rinchiudevano in convento. E sicuramente con assistenza medica fornita di antibiotici anch’essa viaggiante con la macchina del tempo, per difendersi dalla fastidiosa peste del 1656.
Siate sincere, mentre scrivevate è nata qualche piccola divergenza?
Divergenze? Uhm diciamo qualcosina. Risultato: né vinti né vincitori.
Comunque abbiamo patteggiato che nei prossimi libri, ancora da scrivere, la protagonista non sarà bionda con gli occhi azzurri… e la prima di reggiseno!!!
Patrizia è più brava a creare gli intrecci e gli incastri della trama, a pensare l’intrigo, a pensare come il colpevole
Alessandra è più brava a controllare nomi, titoli nobiliari, luoghi, ambienti. A verificare indizi. Come archivista e a pensare più come un investigatore.
Grazie e Patrizia Debicke e Alessandra Ruspoli per la disponibilità