Per quali e quanti aspetti può piacere un libro? Scrittura? Personaggi? Storia?
Sicuramente il trovare tutti è tre trasforma la lettura in un’esperienza ancora più piacevole. Con “Kamasutra Kevin”, Alessandro Berselli ci regala, come suo solito,un libro delizioso, sarcastico, controcorrente. Raccontato con una scrittura fulminea, diretta, fintamente semplice. Costruita con un sapiente gioco di contrasti, di concetti in antitesi e per questo decisamente spassosi. Ha vestito la sua storia di un abito che aderisce perfettamente alla trama, quasi fosse ” uno slip brasiliano succinto in microsilk taglio laser“, e che ne sottolinea ed esalta le forme.
Ha creato un personaggio, il Kevin del titolo, descritto in quarta di copertina come “adolescente borderline onanista”, mentre in verità sembra l’unico personaggio dotato di intelletto e raziocinio in un mondo di adulti. Loro sì onanisti del pensiero idiota, devoti del sembrare, appiattiti in un mondo di apparenza, di unghie finte, di desiderio di apparire. Sempre alla ricerca di risposte e sicurezze in un mare di ideologie new age, religiose, estetiche o sessuali. L’occhio di questo adolescente, apparentemente insicuro e alla ricerca di un suo posto nel mondo, scruta e demolisce con ironica obiettività la realtà che lo circonda. Non solo quella dei suoi coetanei ovviamente, ma anche e soprattutto quella dei cosiddetti “adulti” che ne escono decisamente malconci. L’inadeguatezza dell’adolescenza, sempre citata nella quarta di copertina, si trasforma nel libro anche nell’inadeguatezza dell’età che dovrebbe essere matura e che, così com’è, non può certo rappresentare una guida o un modello per i ragazzi.
E’ certo una riflessione, ripeto ironica e divertente, sulla difficoltà di diventare grandi, ma anche e soprattutto una riflessione su quanto sia poi difficile essere grandi.
Kamasutra Kevin
Cristina Aicardi