Intervista a Katie Hickman

Nel secondo romanzo della scrittrice inglese Katie Hickman, Il diamante dell’harem (Garzanti, pag.327, euro 18,60), il mistero sulla scomparsa della giovane Celia Lamprey si infittisce. Già protagonista del precedente Il giardino delle favorite ambientato nel XVII secolo, la bella Celia scompare durante il viaggio per mare che da Venezia la conduce a Costantinopoli dal fidanzato Paul Pindar.

Forse é una delle vittime del naufragio della nave, ma Pindar é convinto che sia finita tra le favorite del sultano di Costantinopoli. La ricerca continua ne Il diamante dell’harem e se Pindar cerca in tutti i modi di impossessarsi del diamante del sultano che rappresenta un legame con Celia, il suo intraprendente e intrepido servitore John Carew si improvvisa detective e nel convento di Santa Chiara rintraccia Annetta, l’amica di Celia, liberata dall’harem dopo la morte della Valide.

Katie Hickman, autrice di numerosi libri storici di grande successo e tradotta in oltre venti paesi, alla ricostruzione storica e sociale della Serenessima del Seicento affianca un plot giallo in cui la ricerca della donna e del diamante si intreccia con la storia di una compagnia di acrobate che da Messina giunge a Venezia e si scontra con i misteri ed i fasti della città lagunare.

Com’è nata l’idea del plot narrativo a tinte gialle ambientato tra Costantinopoli e Venezia del Seicento?

Questo romanzo scaturisce dal precedente, Il giardino delle favorite; mi sono resa conto che era rimaso qualcosa di incompleto riguardo ai personaggi di Pindar e Carew ed ho deciso di raccontare le loro storie ne Il diamante dell’harem.

Rispetto a Il giardino delle favorite in questo romanzo il mystery é più accentuato?

Direi di sì. Ho tentato di farlo; mi piace pensare che il romanzo abbia una trama forte. La storia del diamante è affascinante e a me interessa capire come Paul Pindar cerca di appropriarsene. In questo romanzo ho approfondito la psicologia dei personaggi e gran parte della trama deriva dai rapporti che intercorrono tra loro.

Il personaggio di John Carew somiglia a un detective dilettante e ruba la scena persino a Pindar. Come si svilupperà il suo ruolo? É Carew il tuo personaggio preferito?

Si, so bene che uno scrittore non dovrebbe avere preferenze ma ho un debole per John Carew. É stato il punto di partenza di tutti i romanzi, mi ha attratta la figura del cuoco elisabettiano un pò furfantello e che si rivela un personaggio forte. Il giardino delle favorite doveva essere il suo romanzo ma poi mi sono lasciata prendere dalla storia dell’harem ed è finito un pò nell’ombra. Nel secondo romanzo mi é piaciuto metterlo in primo piano e nel terzo che mi accingerò a scrivere tra poco curerò proprio questo suo aspetto di detective.

I luoghi chiusi. Prima l’harem ora il convento. Com’è stato caratterizzare collettivi come quelli delle concubine e delle suore di clausura?

Per me é diventata una sorta di specializzazione quella di scrivere di gruppi ristretti di donne. Ciò deriva dalla mia esperienza personale. Dai dieci ai diciotto anni sono stata in collegio ed ho studiato gli effetti che un luogo chiuso può avere sulle persone. Si tratta di condizioni pesanti e bisogna imparare subito come sopravvivere. Nel romanzo ho cercato di capire quali di queste donne hanno maggiore o minore capacità ad ambientarsi e, per esempio, Annetta sa sfruttare la situazione a suo vantaggio. Studiare questi gruppi ristretti di donne in questi ambienti chiusi é come vederle sotto la lente d’ingrandimento, perchè viene fuori la loro personalità.

Anche il giardino, quello del sultano e quello del convento, é un ambiente importante nei tuoi romanzi?

Grazie é la prima volta che mi viene rivolta questa domanda. Non so bene perché i giardini ricorrono sempre. Forse perché sono cresciuta in una casa con giardino in Inghilterra. Mia madre da tipica donna inglese adora i giardini ed anche a me piacciono, li trovo belli e misteriosi e mi sono divertita ad immaginare come potevano essere quelli di altri tempi e farli conoscere ai miei lettori.

cristina marra

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