La belva nel labirinto di Hans Tuzzi n BlogTour. Prima tappa: la recensione



Hans Tuzzi
La belva nel labirinto di Hans Tuzzi n BlogTour. Prima tappa: la recensione
Bollati Boringhieri
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Prima tappa del BlogTour La belva nel labirinto di Hans Tuzzi. Il prossimo appuntamento è per il 26 giugno su GraphoMania

In libreria da pochi giorni per Bollati Boringhieri, La belva nel labirinto di Hans Tuzzi (pseudonimo dello scrittore, saggista e docente universitario Adriano Bon) si appresta a divenire con certezza l’ennesimo successo nella fortunata saga del vicequestore Norberto Melis e della sua squadra.
Quale filo invisibile lega fra loro un sacerdote di frontiera, un travestito di mezza età e un brillante studente universitario nella cui auto giace cadavere una ragazza? E le altre vittime dell’anonima mano omicida che nell’estate del 1987 nelle vie di Milano porta la morte, annunciata dai beffardi e inquietanti Arcani dei tarocchi? A cosa si riferisce la misteriosa scritta che l’assassino traccia su ogni Arcano? E ha davvero un senso tutto l’armamentario del nazismo esoterico che costantemente affiora fra i più diversi indizi? E i Servizi segreti hanno, in tutto ciò, un ruolo oscuro? Conscio che in simili casi soltanto una paziente indagine è possibile, ma non è mai sufficiente, poiché occorre anche un aiuto del Caso, o un errore da parte del colpevole, il vicequestore Melis, coadiuvato dai suoi uomini, intraprende un frustrante cammino di conoscenza attraverso una Milano varia e cangiante nelle sue componenti sociali, fra il vizio manifesto da un lato e l’oscuro mondo del fanatismo dall’altro, sino a giungere alla tenebrosa fonte del male che l’uomo infligge all’uomo allorché è convinto di detenere la verità.
Nel romanzo, Melis e i suoi uomini dovranno questa volta fare luce su una serie di misteriosi delitti, alcuni evidentemente e fin da subito collegati fra loro, altri in apparenza a sé stanti, che vedono come vittime i personaggi più disparati; da un prete di frontiera a un agente di commercio, da un travestito (come si chiamavano allora) a un rampollo della Milano bene, ad altri ancora. Qual è il misterioso fil rouge che accomuna e lega tutti questi delitti? Per scoprirlo gli investigatori dovranno addentrarsi nei segreti della Milano notturna più squallida e in quelli dell’alta borghesia della metropoli. Finale affatto scontato e davvero ricco di tensione.
Hans Tuzzi (o Adriano Bon, se preferite) è persona di cultura sopraffina, e la circostanza traspare da ogni pagina del libro, che però, pur con qualche dotta ma mai “annoiante” disquisizione sociologica, storica, religiosa, di costume, sapientemente inserita nei dialoghi, resta comunque un bellissimo giallo/thriller, scritto con il giusto ritmo, sempre pieno della giusta suspense, mai scontato e spesso pervaso da un sottile humor.
Curioso, accanto alle citazioni elevate, l’uso sapiente di vari dialetti italici (o lingue?), dal meneghino al veneto al calabrese, che infonde sapore e spessore alla narrazione, ma soprattutto intriganti e benissimo caratterizzati i vari protagonisti, da Melis in giù.
La belva nel labirinto è un bel giallo “colto” e profondo, ambientato nella Milano da bere degli anni ’80, da leggere con calma centellinandolo poco a poco per rivivere, magari con un po’ di nostalgia, l’atmosfera di quel periodo.

 

 

 

Gian Luca Antonio Lamborizio

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