Ultimi fuochi per Paludi



Fabio Beccaccini
Ultimi fuochi per Paludi
frilli
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Terza indagine per il commissario Giorgio Paludi, genovese ma torinese d’adozione, un commissario decisamente particolare nato dalla penna di Fabio Beccacini. Un incipit fragoroso o meglio esplosivo che prende il via da Piazza Vittorio e dalle vie vicine lungo il Po’ con il cielo di Torino che comincia a riempirsi di colori per una sequenza di stelle infuocate. È il 24 giugno, la notte dei fuochi di San Giovanni, con l’estate appena arrivata e con lei un caleidoscopio di ricordi, di sentimenti e di sogni forse impossibili. Ma… Ripartendo da un ambito di comprimari già noti – chi ha letto Giorgio Paludi, 44 anni il giorno dei Santi e Sushi sotto la mole li ritroverà tutti, da Scianna a Scerbanenco, eccetera, ecc. e, sfruttando un ambiente già descritto con dovizia di particolari, Beccacini torna a dar vita alla sua maniera al personaggio di Giorgio Paludi. Ultimi fuochi per Paludi si apre infatti con un anticipazione – pirotecnica, in tutti i sensi – di quello che sarà il finale, per poi introdurci nel pieno della storia con una capriola o meglio con un flash back da maestro. Il commissario Paludi, ormai quasi quarantanovenne, reduce dalla rottura con la fidanzata e dalla definitiva chiusura della relazione con la ex-moglie, tira avanti, mantenendo rapporti umani con colleghi e collaboratori (tutta una scombinata categoria a parte). I suoi giornalieri orizzonti contemplano il commissariato con le solite indagini di routine, e, qualche volta, un caso irrisolto. Come quello sui “dannati dell’oro rosso” – immigrati clandestini costretti dalla criminalità organizzata a trafugare rame, e poi pagati cifre ridicole (irrisolto anche se “teoricamente risolto”, ma le indagini sono bloccate e i colpevoli rischiano di rimanere impuniti per la scomparsa di Muscalu Ocit, uno dei testimoni chiave). Ma cosa c’entra L’oro rosso con il rapimento e poi la misteriosa morte di Amati, “mister carabina”, ricco proprietario di una grande fabbrica d’armi? Sarà difficile per Paludi trovare la soluzione di un caso giostrando tra belle ragazze e cagnette alla conquista di Scerbanenco, il “pigro” cane del commissario, indagando presso centri di bellezza per scoprire che al dott. Amati piaceva sottoporsi a sedute di Pink Cheeks (detto anche Anal Whitening, Anal Bleaching) e tanto, tanto altro. Un’umida ambientazione estiva e l’estate come elemento portante per la trama e i sentimenti dei protagonisti. La maxi inchiesta sul contrabbando di rame, l’Oro Rosso, è agli sgoccioli ma Paludi è alle prese con qualcosa di nuovo, una passione che taglierà gli ultimi fili che lo tenevano prigioniero del passato. La vicenda poliziesca diventa secondaria e passa in secondo piano rispetto alla vita privata del commissario. E la sua dimensione umana ne esce positivamente rafforzata.

patrizia debicke

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