La calda estate del commissario Casablanca – Paolo Maggioni



Paolo Maggioni
La calda estate del commissario Casablanca
SEM
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Casablanca represse l’istinto di baciare sulla fronte Panettone, che nel frattempo si era sbriciolato mezzo cannolo sulla divisa. Gli spunti erano davvero interessanti. Forse Issa aveva un appuntamento con un passeur, e lo aveva bucato. Forse il cellulare di Kevin gli era servito per quello, per contattarlo e organizzare il suo piano di fuga. Di sicuro i soldi che aveva in tasca potevano giustificare il tentativo di sconfinare proprio con l’aiuto di un passeur, ed erano frutto, forse, di tanti piccoli sistematici furti come quello fatto alla signora Terzaghi. Piccoli indizi, mattoncini di una storia che iniziava a essere sempre meno oscura.

La vita è fatta di coincidenze, soprattutto è fatta di momenti e occasioni da cogliere. Lo sa bene il commissario Casablanca che ha smesso di investigare da un po’ e si è confinato nell’ufficio passaporti di Milano. Qui cerca di vivere la sua vita in maniera ironica e distaccata. A volte non desidera altro, a volte invece vorrebbe essere altrove, a investigare, come farebbe un vero commissario, come quelli che si vedono nei film o di cui si legge nei libri. 

E così tra notti insonni e una umanità variegata che popola le sue giornate un bel giorno gli cade dal cielo l’indagine che lo riporta in pista come un vero poliziotto, come il segugio che desiderava tornare a essere, come un commissario da serie A. 

Succede, infatti, che Issa, un immigrato originario del Mali, si allontani dal Centro di accoglienza e pensi di poter raggiungere la Svizzera sul tetto di un treno. Ma trova la morte. Una morte, però, che nasconde molto di più di un tragico incidente e che apre a piste all’apparenza impensabili e più misteriose che partono e ritornano proprio alla vita dello sfortunato immigrato. 

A indagare sulle vere cause dell’incidente costato la vita a Issa c’è proprio lui, Casablanca, che in mancanza del questore, partito per una vacanza, decide di tirarsi fuori dalla relegazione dell’ufficio passaporti e ritornare a investigare su un vero e proprio delitto. 

Chi voleva la morte di Issa? E perché?

Il personaggio di Casablanca da solo farebbe la fortuna di questo giallo, un classico all’italiana che in alcune pagine e in alcuni dialoghi omaggia meravigliosamente la “scuola giallista milanese” dei nostri autori più grandi e conosciuti. Ma Paolo Maggioni fa di più. Fotografa Milano. Una città che è tutto il contrario di tutto e che quando si pensa di averla inquadrata e conosciuta ti mostra i punti di vista rimanenti e nascosti che, naturalmente, vanno a cozzare con gli altri più noti e ti fanno capire che ci sono posti nel mondo che non potrai mai dire di conoscere sul serio. 

È questa la fascinazione del giallo di Maggioni. La lezione del “scrivi solo di quello che sai” seguita pedissequamente prima come l’esperto giornalista che è e poi come il milanese che ha imparato a essere e che regala al lettore diapositive in bianco e diapositive in nero dove le sfumature sono nette e oneste e anche qualche diapositiva a colori come esca per sottolineare che il glamour è più glamour e il malinconico è più malinconico perché nell’unica metropoli italiana dal sapore internazionale concentrarsi troppo su un solo aspetto fa distrarre dallo straordinario. 

Infine Maggioni è bravissimo con le parole, anche con le parole scritte. E non era affatto scontato.

Antonia del Sambro

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