La storia di un pazzo
Da questo spunto - molto americano, mi chiedo quante volte sia successo in Italia che per commemorare la chiusura e la destinazione a museo di un manicomio vengano invitati i suoi ex ospiti a visitarlo, muniti di regolare badge - prende origine La storia di un pazzo, ultimo thriller di John Katzenbach. La storia è originale: all'interno dell'ospedale è stato commesso un crimine con modalità identiche a quelle di una serie di omicidi irrisolti avvenuti negli anni precedenti fuori dall'ospedale stesso, e fornisce il pretesto per una descrizione accurata e coinvolgente dell'ambiente manicomiale e dei suoi ospiti.
I personaggi - savi e pazzi - sono resi con molta credibilità, ed è difficile non affezionarsi ad alcuni di essi; l'oceano di dolore e solitudine nel quale galleggiano è altrettanto ben rappresentato e angosciante. Anche il plot è avvincente, e cattura il lettore costringendolo a proseguire la lettura con la migliore dell motivazioni possibili per un thriller: vedere come va a finire.
Due piccoli difetti sono la prolissità, ma capita spesso con i thriller anglosassoni, e le ultime pagine forse superflue e troppo didascaliche (ma non si può dire di più per non rovinare la sorpresa); si tratta comunque del post-finale, non del finale che è al fulmicotone. Sono piccole cose, che non rovinano il piacere della lettura di un libro davvero buono, che lascia una traccia nella memoria che non svanisce appena chiusa la copertina, soprattutto grazie a qualche scena davvero incisiva ("Apollo!" - chi ha letto o leggerà il libro capirà di che parlo).
La storia di un pazzo- John Katzenbach - Mondadori
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