L’antiesorcista



Paolo Grugni
L’antiesorcista
Novecento
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Il titolo nasconde già una dichiarazione d’intenti. Quell’ Anti rivela subito che ci troviamo davanti un libro fortemente e decisamente ” contro”, e se non bastasse ancora, ecco lo strillo di Alan D. Altieri a sottolinearlo ulteriormente:
«L’inferno in Terra ha una porta.
Si chiama Vaticano. Da un autore-culto l’opera più eretica di sempre».

Chi è Josh Maine? Un serial-killer ossessionato dai prelati? Un angelo sterminatore? L’Anticristo in persona? O forse semplicemente un uomo alla ricerca della vendetta conclusiva, un uomo consapevole di una verità troppo assurda, troppo feroce perfino per essere sussurrata tra le ombre di un confessionale? Contro Maine, contro il suo mentore, padre Richard, si erge un misterioso, onnipotente uffizio della Chiesa cattolica demandato
alla missione estrema: la lotta contro il Demonio.
Una Roma livida, inquietante, oscurantista fa da sfondo alla mattanza. Mentre il massacro raggiunge nuovi abissi di violenza, anche Maine inizia una discesa nei meandri di una cospirazione che scavalca ogni parametro della fede, allargandosi
a un progetto di dominio globale delle coscienze che va ben oltre il demoniaco.

Capitoli brevi, veloci, una scrittura tagliente e secca, a tratti cinica, supportata da una trama scorrevole, intrigante, ricca di ritmo e colpi di scena nonostante l’identità del killer sia da subito svelata, l’autore non risparmia nessuna critica alla Chiesa cattolica accusandola di avere sempre sfruttato la credulità popolare per insinuare nella gente la paura del diavolo,per poterla meglio controllare e guidarla. Un gioco di potere per mantenere il dominio e il demonio e così esercitare un controllo che dura da secoli.Una truffa millenaria.
Non mancano riferimenti a fatti di cronaca più o meno recenti e a personaggi facilmente riconoscibili.
Un libro che aldilà della piacevolezza della trama, non lascia indifferenti, comunque la si pensi, iniziando con la frase estrapolata dalle lettere di Madre Teresa di Calcutta riportata all’inizio e che nell’ottica del libro assume un significato nuovo:
“Io non ho alcuna Fede. Nessuna Fede, nessun amore, nessuno zelo. La salvez­za delle anime non mi attrae, il Paradi­so non significa nulla… “

Cristina Aicardi

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