Il fumetto più cattivo d’Italia? L’hanno inventato due sorelle milanesi, Angela e Luciana Giussani, due figlie della Milano bene che 45 anni fa diedero vita a Diabolik, ancora oggi tra i fumetti più venduti. Un fascino, quello per “il re del terrore”, che non ha mai smesso di attrarre perché, come scrive Giuliano Cenati nel recente Tirature ’07, “l’immoralismo del criminale Diabolik è specchio di una società non meno corrotta ma ben più meschina di lui”. Una filosofia nera che ritroviamo anche nel libro Le regine del terrore, la prima biografia sulle sorelle Giussani scritta dal giornalista Davide Barzi e dallo sceneggiatore Tito Faraci (nelle librerie il 1 febbraio per le Edizioni BD). Nate da una famiglia benestante, cresciute fin dagli anni ’20 nella casa paterna della centrale Piazza Buonarrotti, proprio di fronte alla Casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi, le sorelle Giussani si distinsero subito dalle loro coetanee per una modernità a dir poco inconsueta. Soprattutto la maggiore, Angela: nata nel 1922, nel dopoguerra era tra le pochissime donne ad avere la patente e a guidare un automobile. Ma non solo: Angela, subito attratta dal “male” in una società dove le donne non si erano ancora del tutto emancipate, iniziò la carriera di modella finendo sulle copertine dei maggiori rotocalchi di moda dell’epoca e dando scandalo proprio per questo suo apparire, allora giudicato disinvolto. Al tempo bastava poco ma Angela Giussani continuò sulla strada dell’anticonformismo: fu la prima donna a lavorare in un’agenzia pubblicitaria, fondata nel 1945 insieme al futuro marito Gino Sansoni, e la prima ad aprire una casa editrice. Era il 1960 e Angela Giussani diede vita alle edizioni Astorina: nei primi tempi pubblicava giochi in busta, di moda in quegli anni, e il fumetto “Big Ben Bolt”. Ma è il 1 Novembre 1962, giorno di uscita del numero 1 di Diabolik, che si compie la vera e propria svolta. Angela Giussani, che poi verrà affiancata dalla sorella Luciana, con la prima uscita di Diabolik inventa il fumetto tascabile.
L’idea le viene guardando fuori dalla finestra della casa editrice, allora in Piazza Cadorna: comprende che sul mercato italiano non esiste una pubblicazione a fumetti che abbia un formato adatto ad un pendolare e che soprattutto abbia un tempo di lettura adatto a chi compie un breve viaggio in treno. Così, grazie ai treni delle Ferrovie Nord, nasce Diabolik.
L’altra intuizione è proporre un personaggio che sia un eroe negativo vincente: in Italia non ce ne sono e Diabolik, con il suo cinismo di ladro senza scrupoli, diventa subito un caso non solo editoriale. Nei primi anni di pubblicazione Diabolik è perseguitato non solo sulla carta, inseguito come sempre dal suo acerrimo nemico l’Ispettore Ginko, ma anche nelle aule di Tribunale: le sorelle Giussani, infatti, vengono più volte citate per “incitamento alla corruzione”. Sono sempre assolte dai giudici, ma non dalla società che spesso sbatte il mostro Diabolik in prima pagina. Come nel 1966 quando un settimanale di costume dedica la copertina al “Processo ai fumetti dell’orrore”. A vedere in Diabolik un vero e proprio nemico, in grado di influenzare in negativo soprattutto i più giovani, sono scrittori e artisti come Dino Buzzati, Gianni Rodari, Mina e Alberto Sordi che condannano senza appello “il re del terrore”. Nel frattempo Diabolik, che ha il viso e gli occhi dell’attore Robert Taylor, e la sua compagna Eva Kant, che ha le fattezze di Grace Kelly, diventano il fumetto più venduto in Italia. Un eroe “negativo” che in questi 45 anni non ha mai smesso di far discutere. Da una parte è ancora chiamato in causa come lettura capace di influenzare gli istinti più brutali. Ad esempio Olindo Romano, il responsabile della strage di Erba, come si è letto sui giornali era “un fan accanito di Diabolik” e in molti non hanno escluso che abbia ideato l’eccidio proprio ispirandosi al fumetto. Dall’altra la creazione delle sorelle Giussani ha sempre abbracciato e fatto da testimonial a importanti battaglie sociali: contro la droga, contro l’eccessiva velocità sulle strade, contro l’abbandono dei cani. Due anni fa la sua immagine è stata anche utilizzata dall’AIE, Associazione Italiana Editori, per promuovere la lettura tra i più giovani. Un impegno che, nei 750 numeri della sua storia, Diabolik non ha mai abbandonato. Proprio per volere di Angela, scomparsa nel 1987, e di Luciana, scomparsa nel 2001, è sempre stato vicino ai temi più spinosi della nostra attualità. Non a caso, nel numero in edicola, Diabolik affronta per la prima volta il tema dell’omosessualità schierandosi a favore della libertà delle coppie omosessuali di vivere il proprio amore lontano da ogni pregiudizio. Una posizione che, come sottolineano gli sceneggiatori, sarebbe stata sicuramente quella delle sorelle Giussani.
Gian Paolo Serino (pubblicato su La Repubblica)