Lena e il moro – Nicoletta Sipos



Nicoletta Sipos
Lena e il moro
Ares
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Una favola  gialla  di Natale. Probabile o almeno questa immagino sia stata l’idea di Nicoletta Sipos quando ha deciso di scriverla. Allora, tanto per cominciare ha scelto come protagonista una professoressa in pensione, spigolosa ma con il cuore tenero. Dunque ecco a voi Lena Tilles, vedova Grossi, sessantasette anni, appena compiuti, ex docente d’italiano di un liceo statale, che o almeno pare è diventata allergica alle feste comandate. Altrimenti perché mai avrebbe deciso di arrivare la vigilia di Natale da sola e in treno a Asso, per poi  di andarsi a rintanare nella vecchia e amata villa di campagna su per una delle montagne che circondano il lago di Como, a metà strada tra il fondo valle e la cima dei Corni di Canzo? A  lei, che cova qualche cattivo pensiero di possibili malanni, quest’anno l’idea di passare il Natale in famiglia proprio non le andava giù, per cui nonostante i rimbrotti e le preoccupazioni   della figlia, ha deciso di regalarsi una vacanza di dieci giorni in beata solitudine. Certo che ora deve mettere in conto il cattivo umore alla stazione in attesa di Giannetto, il tassista locale, le sue raccomandazioni di chiudersi bene in casa: “sa Signora i ladri…” e tutte le piccole noie, spesa inclusa, connesse all’arrivo in pieno inverno in una casa fredda e disabitata. Intanto, prima cosa, bisogna far partire il termosifone. Un clic conferma che funziona, alleluia, poi riempire il frigorifero e la dispensa prima che il cielo grigio e minaccioso rovesci una bella ma scomoda nevicata da cartolina. Quindi accendere il camino e  piazzarsi in poltrona davanti alla finestra che dà sulle rocce delle Grigne e, con ancora il giaccone addosso, stare  ad ammirare il pezzettino di lago che spunta tra i castagni. Ma è la vigilia, meglio godersi il tepore e il meteo malandrino suggerisce di non uscire. E tuttavia è giorno di vigilia anche per il Moro o meglio Gerardo Moro, Gerry per gli amici, ventidue anni compiuti a settembre, alto un metro e ottantaquattro per settanta chili scarsi, eh sì sotto il peso forma, mani grandi da giocatore di basket e occhi grigi e capelli scuri. Anche il Moro infatti, senza una lira in tasca e una fame che lo porta via,  si è rifugiato per  feste nel bosco in un fienile diroccato poco lontano dalle villa  di Lena con appena il supporto di un materasso muffito e una coperta logora. La principale differenza tra loro due è che mentre Lena ha scelto di dimenticarsi del Natale, il Moro vorrebbe festeggiarlo. Ma non può perché negli ultimi mesi ha perso tutto, casa, famiglia, lavoro e per di più si trova in un grosso guaio. E ora ha cominciato a nevicare e lui non può passare un’altra notte là all’addiaccio. Non gli resta che cercare riparo altrove. Nel frattempo la caldaia di Lena ha dato forfait, lei non se la sente di uscire al buio  a cercare legna per il camino, ha paura di cadere e poi le pare di sentire ululare i lupi? Beh meglio prendere delle precauzioni. Lena carica la pistola e la mette a portata di mano prima di sentire bussare alla porta. É il Moro che cerca cibo e  riparo. I due, Lena e il Moro, si conoscono appena. Il Moro ha fatto dei lavori estivi nella villa, una aiuola in giardino, ma lei lo guardava di traverso, insomma, non si fidava. Lui la ricorda come una vecchia prepotente. Lei ora  non vuole aprire , teme che il Moro voglia derubarla…  Ma lui supplica, tira e molla, chiede del pane, lei finalmente cede… Poi miracolosamente il Moro dopo averle portato la legna per il camino riuscirà anche a farle ripartire il termosifone Lena si addolcisce, lui si sfoga, racconta le sue traversie e infine, zac e si scoprirà che due marcantoni lo cercano. Lena riceverà delle visite a sorpresa, ci sono pericolose minacce  in vista?  Ma poi Lena e il Moro imparano a conoscersi e persino a stimarsi in una lunga notte degli equivoci che a conti fatti  porterà solo cose buone e questo conta. Insomma finirà che affronteranno assieme un qualcosa  di surreale che cambierà le loro vite. Perché a Natale, tutto è possibile. Anche un giallo senza cadaveri. E questo libro può diventare un ottimo regalo  di Natale, e magari regalarci anche un po’  di serenità  in questi nostri giorni troppo cupi e pieni di malinconia. Insomma, una trama ben calibrata  con  due principali protagonisti, la prof Lena, in cerca di silenzio, solitudine e conforto e Gerardo detto Gerry Moro., giovane sbalestrato, a caccia di sogni e bisognoso di soldi per raddrizzare la sua vita. In una straordinaria contrapposizione di personalità. Lena e il Moro sono tracciati con straordinario acume psicologico e immaginati con i loro punti di forza e debolezza ma così reali nelle loro sicurezze e nelle loro contrapposizioni.  Il tutto a Natale tra i monti davanti  al lago, mentre fitta scende la neve, pronta a nascondere ogni cosa  o chissà a esaltarla?  

Patrizia Debicke

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