Il passato ̬ una curiosa creatura РBarbara Perna



Barbara Perna
Il passato è una curiosa creatura
Giunti
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Il Natale è la festa delle famiglie e degli affetti, ma cosa succede se Tano, il mai dimenticato amore giovanile di Annabella Abbondante, non dà notizie di sé da molto tempo? E se a questo si aggiunge il ritrovamento di un cadavere che assomiglia in modo impressionante al nostro giudice preferito e che risulta legato proprio all’uomo scomparso? Sarebbe bastato anche molto meno per mettere in pista la forza travolgente e il desiderio di verità di Annabella che, infatti, non se lo fa ripetere due volte e parte in quarta alla ricerca della verità.

Il passato è una curiosa creatura è la terza avventura del giudice Annabella Abbondante che qui si trova ad indagare in una storia ingarbugliata che la chiama in causa in prima persona, perché riguarda il suo primo amore, un caso intimo quindi, che la coinvolge nel profondo, perché parte dal cuore.

Meno giudice e più donna, la nostra Annabella che, pur indagando per amicizia e per amore, rimane pur sempre una adorabile impicciona e una ficcanaso senza eguali. Capita così che la donna, in alcuni frangenti, abbia addirittura il sopravvento sulla giudice come quando si trova a nascondere una prova. Abbandonata la macchina arancione e inforcata la vespa rossa della sua gioventù, ancora una volta si butta a capofitto come Sabrina Duncan delle Chiarlie’s Angels, a cui tanto vorrebbe assomigliare, convinta di essere l’unica che possa arrivare alla verità. Anche perché Tano, pur non essendo la prima volta che scompare per lunghi periodi, questa volta le ha lasciato una serie di indovinelli da risolvere, con indizi che riportano alla loro gioventù, alla loro storia e al loro passato insieme e che quindi nessun altro è in grado di decifrare.
Pur mantenendo intatte le caratteristiche che ci hanno fatto amare i suoi libri, come una sana e robusta dose di ironia anche nei momenti più tragici, qui Barbara Perna presenta un libro decisamente più giallo dei precedenti, con un intricato gioco di enigmi e rompicapi, il possibile coinvolgimento della camorra e …altro di cui non sveleremo nulla.

L’amicizia che tanto peso ha avuto nei precedenti non è certo messa da parte, ma qui fa il suo ingresso trionfale la famiglia Abbondante, di nome e di fatto. Sono parecchi i personaggi nuovi che incontriamo e di cui di certo faticheremo a fare a meno, nel caso non ce li riproponesse. Ci sono i legami con le persone e con la terra natia, tutte cose che hanno contribuito a fare di Annabella la persona che è.  Alla commedia, al cosy e all’intreccio giallo fa buona compagnia una bella dose di poesia, non solo nei panni di Calpurnia, l’amica vicina di Annabella, ma anche la frase di Emily Dickinson che dà titolo e significato al libro.

Altra nota simpatica è il divertissement dell’autrice con nomi e cognomi, per esempio al nuovo procuratore con fama di essere poco tollerante affibbia il cognome Granito, così come è divertente il soprannome dato al cancelliere, Dolly, in omaggio alla famosa pecora clonata, che è la sua fonte principale di informazioni dato che possiede una formidabile rete di informazioni formata da parrucchieri e cameriere.

Unica nota dolorosa è che in una scena, data la preoccupazione per l’amico Tano, Annabella rinuncia a mangiare un cannolo: un colpo al cuore per noi lettori al quale Barbara Perna è tenuta a porre rimedio al più presto nel quarto libro che aspettiamo con ansia e con il sorriso sulle labbra, magari sporche di ricotta. Perché Annabella Abbondante è una dolce malattia contagiosa.

 

Cristina Aicardi

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