Libri per ragazzi: 10 piccoli gialli 2 – Carlo Barbieri

Carlo Barbieri
Dieci piccoli gialli 2
Einaudi Ragazzi
Illustrazioni  di Chiara Baglioni

“Francesco, il bambino che tutti chiamavano Ciccio perché in Sicilia è il diminutivo di Francesco, ma forse anche perché era un po’ cicciottello” – l’inizio di ognuno dei dieci casi affrontati (e risolti) dal giovane aspirante commissario è identico a quello dei racconti del precedente libro dallo stesso titolo di Barbieri (tranne la numerazione, ovviamente), a cui ha portato fortuna, compreso un premio al Festival Giallo Garda. Incipit che piace non si cambia. E allora via con altri dieci racconti.
Nel primo Ciccio capisce subito che c’è qualcosa di strano in chi regolarmente rovista in un cassonetto davanti a casa, indaga (non è un rom) e fornisce all’ispettore Cangemi (suo amico e “collega” della Polizia di Stato) la pista giusta per risolvere il mistero di una banda che di notte svaligia i negozi di telefonini. Le sue doti investigative: spirito di osservazione, raccolta di dettagli che risultano indizi preziosi, intuito, oltre l’uso degli strumenti del mestiere: binocolo e foto col cellulare. Via via Ciccio risolve altri casi, soprattutto furti, una volta addirittura seguendo l’esile traccia di un profumo. Tanto che l’appuntato Scomazza, sbalordito dalle capacità di deduzione, pardon abduzione, del ragazzo vorrebbe addirittura sottrarlo ai “cugini”: “- Sei sicuro che non vuoi fare il carabiniere? – Sicurissimo, – rispose Ciccio con un sorriso. – Peccato, staresti bene in divisa”. Il titolo del giornalino della scuola sarà: Il futuro commissario Ciccio fa arrestare un truffatore. A proposito di “profumi”, in una sfida fra classi in cui il titolo del tema è di Victor Hugo: “Nulla sveglia un ricordo quanto un odore”, nell’aula si diffonde una puzza nauseante. Ciccio scopre il responsabile, ma magnanimamente non lo denuncia: un reato è un reato, ma uno scherzo resta sempre uno scherzo.
Motore della letteratura per ragazzi, si sa, è l’avventura, ma Barbieri ha il merito di collocare al centro della storia non tanto l’impresa più o meno eroica del protagonista, quanto il processo di ricerca che porta alla soluzione di un enigma o mistero con logica mentale e analisi dei fatti, facendo della dimensione razionale più che dell’azione il fulcro della narrazione. Che non è poco per giovani lettori.
Da 8 anni
Chiara Baglioni

Fernando Rotondo

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