Il rumore della pioggia



Gigi Paoli
Il rumore della pioggia
Giunti
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«Un morto? Morto come? Dai, non scherzare, è lunedì mattina. E magari è un malore.»
«Uhm. Ci sta che si sia sentito male, ora che mi ci fai pensare può essere. Anzi, di sicuro. Fra una coltellata e l’altra ci sta.»

Vittorio Stefani è la vittima. Lavorava in uno dei più antichi negozi di antiquariato religioso di Firenze. L’hanno trovato ucciso una mattina di novembre, sotto un cielo color del piombo e una pioggia che cadeva incessante.
Carlo Alberto Marchi è un giornalista di cronaca giudiziaria. Divide la sua vita tra le aule del tribunale, il suo ufficio al Nuovo e la sua carriera di padre di una neo adolescente “…mi ero separato subito e all’inizio facevo il genitore del weekend, quello del «cinema, pizza, nanna, colazione, pranzo, bacino, riconsegna al titolare di cattedra». Facevo il supplente, insomma…”
Quel lunedì mattina la sua routine quotidiana viene stravolta da questo omicidio che fin da subito traspare di lati nascosti e oscuri. Sì perché quell’antiquariato stava proprio sotto agli uffici dell’Economato della Curia fiorentina e Padre Bruno, colui che ha trovato il cadavere, finisce subito nella lista degli indagati; molte volte la realtà supera di gran lunga la fantasia.
E’ un noir che scorre via veloce, una scrittura asciutta e impregnata di sarcasmo e humor nero. E poi c’è Firenze, la vera protagonista, che si fa conoscere per aspetti sconosciuti al grande pubblico dei turisti ma che è ben nota ai suoi abitanti. Uno dei principali è legato al mondo della massoneria “… Questa città ne aveva viste di storie sull’argomento e ogni volta che ne spuntava una, pensavo che avevo ragione io. Altro che rinascimentale e solare, il Cupolone, l’Arno, ponte Vecchio e tutta quella roba per cui impazzivano i turisti. Questa città era gotica, terribilmente gotica. Le stradine piccole e strette su cui sembravano precipitare quei palazzi enormi, come giganti pronti a muoversi e colpire. Quelle strade che finivano in altre strade, ad angolo, a incrocio, dove vedevi a malapena uno spicchio di cielo, non capivi più nemmeno dove eri. Anche l’aria era grigia. Come i palazzi, come il vento, come la pioggia…”
Una storia sottile, un’indagine ardita e complicata, tra false piste, suspence e colpi di scena. Una storia che porta fin dentro al Palazzo di Giustizia, che scopre le carte su famiglie nobili e intrecci tra la massoneria, politica e poteri religiosi. Uno spaccato di Firenze come non lo si era mai visto ma uno spaccato dell’Italia che noi tutti conosciamo.
Bravo Gigi Paoli. Il suo protagonista entra subito nelle grazie del lettore, la sua vita ingarbugliata tra lavoro e famiglia lo rende reale e il suo sarcasmo immediatamente simpatico. Un noir assolutamente riuscito e di cui attendiamo presto il seguito!

Marco Zanoni

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