Patrick McGrath è maestro del noir psicologico. Come nelle sue opere di grande successo (“Follia” e “Spider”), anche nel romanzo che oggi commentiamo dipinge atmosfere gotiche e fosche con inflessioni di humour tetro e, per l’appunto, “Grottesco”. E risponde alla domanda-tormentone che dai tempi di Agatha Christie incalza l’incallito lettore di gialli canonici: l’assassino sarà il maggiordomo?
Lo è sicuramente per Sir Hugo Coal, aristocratico ridotto sulla sedia a rotelle dopo un incidente che viene descritto soltanto nel finale (“… non avrebbe mai portato quell’uomo diabolico sotto il mio tetto e a quest’ora non mi troverei immobilizzato su una sedia a rotelle”). Tutti credono che Sir Hugo versi in stato vegetativo, mentre lui – assolutamente consapevole – assiste impotente e con sgomento (“Per non piangere in pubblico io mi sono allenato a lungo… mantengo lo stesso atteggiamento di fortitudine virile e l’occhio asciutto di un fossile”) all’arroganza di Fledge, il maggiordomo che progressivamente s’impadronisce dell’egemonia domestica, seduce Harriet, la moglie del padrone, indossa financo gli abiti del paleontologo immobilizzato sulla carrozzella.
In questo quadro, per Sir Hugo, lo sfacciato Fledge è sicuramente l’omicida che ha assassinato il giovane Sidney, occultandone il cadavere nella palude Ceck che lambisce la sinistra magione dei Coal e addossando la responsabilità del delitto al fidato giardiniere George (colpevole unicamente di aver smembrato il cadavere, poi dato in pasto ai maiali).
L’abbondanza di elementi orrifici, l’ironia macabra (“Inconsapevolmente, c’eravamo mangiati Sidney tutti quanti”), l’attenzione a particolari che sfidano la ripugnanza del lettore (“Herbert era un rospo che tenevo in una vasca di vetro nel mio studio”) vengono calate con gusto compassato ed erudito e con ricercatezza psicologica in un’atmosfera narrativa ove imperversa il dubbio che apparenza e realtà siano intercambiabili. E che siano intercambiabili in modo profondamente grottesco (“è questo che intendo quando parlo di grottesco: fantasticherie, bizzarrie, assurdità incongrue”)…