Bad Panda è il soprannome dell’ispettore Agatino, siciliano doc che vive e lavora in Lombardia. Deve orientarsi di fronte all’ennesimo delitto. Una ragazza viene ritrovata cadavere dentro il container, alla periferia di Milano. Un caso all’apparenza semplice e sbrigativo da risolvere. In realtà la faccenda sarà più complicata. Agatino si farà aiutare da persone ai margini, da ricercati e mercenari pronti a tutto pur di far soldi. Gente dalla morale inesistente e pronta a tradire chiunque. L’indagine andrà avanti tra la periferia milanese e il deserto americano sin all’epilogo sorprendente e inaspettato.
Il personaggio trasuda ironia e le collaborazioni talvolta esilaranti dei suoi colleghi non stemperano però i fantasmi del suo passato. Ed è in questo andirivieni, tra serenità e angoscia che affiora un “lupo interiore”. Ci sono situazioni al limite, nel corso del romanzo anche se sembra di trovarci di fronte ad un gioco. Inoltre l’azione ad un certo punto si sviluppa in due unità di luogo e in tempi circoscritti. Se è difficile, di norma, espandere tutta l’azione in unità di tempo e di luogo, lo è qui in particolare, quando dentro due spazi bisogna far evolvere le psicologie di diversi personaggi. Pur tra qualche imperfezione e lentezza l’autore sembra comunque riuscirci. Riesce a estrarre un’interpretazione del protagonista, di gigante impotente e in continua lotta con se stesso. A voi ora il gusto di leggerlo e assaporarne la trama.
A voi ora il gusto di leggere Bad Panda. L’istinto del lupo e assaporarne la trama.
