Morte in scena a Vienna – Beate Maly



Beate Maly
Morte in scena a Vienna
Emons
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Dopo il bel successo di “Omicidio al Grand Hotel” sugli scaffali delle librerie nostrane riappare la brava Beate Maly con la sua Ernestine Kirsh, insegnante di latino in pensione, una Miss Marple in declinazione mitteleuropea, che anche in questo secondo episodio avrà al suo fianco l’amico farmacista Anton Böck.

Siamo negli anni Venti, poco dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, è inverno e fa freddo, molto freddo. Insomma l’inverno è rigido, proprio come quelli di una volta.

A teatro sta per debuttare “La giacca gialla” di Franz Lehár con protagonista una famosa cantante, Hermine Egger. 

Per un caso del tutto fortuito l’insegnante di latino in pensione Ernestine Kirsch, appassionata di opera, ha avuto in omaggio due biglietti e coglie l’occasione per invitare ad accompagnarla l’amico Anton; che, a dirla tutta, pur con poco entusiasmo, accetta “per spirito di servizio” e di cavalleria di accompagnare l’amica. 

L’opera va in scena e sembra filare tutto liscio, la rappresentazione incontra il gradimento del pubblico e si avvia a conclusione. 

Ma ecco il colpo di scena: al termine dello spettacolo la protagonista dell’opera  viene trovata morta con il collo spezzato.

In Ernestine, che aveva conosciuto l’attrice prima dell’ingresso in scena, principiano a fermentare molti dubbi circa la reale dinamica che ha causato la morte (apparentemente una semplice caduta) e dà il via alla personale indagine.

Anche qui, suo malgrado, sarà chiamato a parteciparvi l’amico Anton, che proprio  non riesce a direrle di no.

Come non bastasse, ad intricare la faccenda, spunta una seconda misteriosa morte.

Questa è proprio materia per l’intrepida Ernestine!

Fa parte del gioco e lo sappiamo già che, raccogliendo la sfida, andrà a cacciarsi in un ginepraio di situazioni appuntite e pericolose.

Ma, chissà come e perchè, sa come muoversi…

Devo ammettere che anche questa seconda fatica (dopo “Omicidio al Grand Hotel” pubblicata nel 2022) di Maly non delude: è effervescente, fresca e dinamica. Tenendo insieme elementi di varia natura, storici e di finzione, riesce a mantenere teso il filo della narrazione costruendo una storia gialla intervallata, arricchita e “spinta” da sapienti inseriti ironici e divertenti.

Un storia che, letta con la giusta e necessaria verticalità, offre spunti e colori oltre il giallo, capaci di squadernare un caleidoscopio di sensazioni e riflessioni a descrivere la società del tempo, con le sue misure e distanze a celebrare una sorta di “cerniera” in grado di porre in evidenza quanto quei “modi” siano distanti e distinti da quelli attuali. 

Il ritmo è assolutamente pieno e godibile, molto più di un giallo da ombrellone: perciò chi ha già il lettino pieno e molti volumi in coda potrà stare sereno e gustare questa bella storia al tempo delle castagne o del panettone.

Pier Livrieri

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