Parigi e l’Esposizione Universale del 1889 fanno da sfondo a una serie di strani omicidi accomunati da un unico, imponente dettaglio: la Torre Eiffel, mastodontico simbolo di una Francia orgogliosa di mostrare al mondo le novità tecnologiche e le curiosità più strane ed esotiche in un periodo di grande fermento intellettuale, culturale ed industriale.
Victor Legris, libraio di Rue des Saints-Pères, si trova casualmente nei pressi del luogo dove si consuma il primo misterioso delitto: la vittima, una graziosa giovane donna che accompagna i tre nipotini in visita alla torre, si accascia priva di sensi dopo una puntura sul collo, apparentemente di un’ape.
Nei giorni a seguire saranno altre persone, senza alcun evidente legame fra loro, a morire per cause simili, sempre in seguito ad una strana puntura sul collo. Victor avvia le indagini incuriosito dal fatto che tutte le vittime avevano firmato il Libro d’Oro dei visitatori della Torre, un po’ più di una semplice coincidenza.
Il coinvolgimento del giovane si accentua ulteriormente quando, nell’analisi degli indizi e nei pedinamenti, tra i sospetti troviamo il giapponese Kenji Mori, padre putativo e socio in affari di Victor, e Taša, illustratrice del giornale Passe-partout con la quale intreccerà una tempestosa relazione amorosa.
Un giallo che ci trasmette tutto il fermento della Parigi dell’Esposizione, con lunghe descrizioni che tolgono forse spazio all’introspezione dei personaggi, comunque piacevoli da seguire in un’avventura adatta a staccare la spina da letture più impegnate.