Nina la poliziotta dilettante – Carolina Invernizio



Carolina Invernizio
Nina la poliziotta dilettante
Rina edizioni
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“Io sono la poliziotta che ha il sacro diritto di scoprire tutta la verità”, con queste parole decise e ferme, la volitiva e incantevole Nina si elegge quale unica investigatrice capace di scoprire l’assassino del fidanzato, il conte Carlo Sveglia, accoltellato a morte una notte di settembre a Torino nel romanzo “Nina,la poliziotta dilettante” di Carlolina Invernizio uscito nel 1909 e appena pubblicato da Rina Edizioni. La casa editrice Rina punta a “recuperare e ripubblicare scrittrici dimenticate, riportando alla luce l’esperienza e il contributo di quelle donne dalla voce coraggiosa che sono state estromesse dal canone letterario e obliate” e con Carolina Invernizio recupera un’autrice prolifica e innovatrice che ha saputo trasformare il feuilleton in un giallo e portando all’attenzione dei lettori personaggi femminili determinati, indipendenti, donne coraggiose e soprattutto moderne. Invernizio “ vide certamente oltre il meccanismo della storia sentimentale d’evasione e mise in piedi, per puro istinto narrativo, uno schema narrativo che dopo di lei è diventato la chiave del successo di molte scrittrici di oggi” scrive Alessia Gazzola nella prefazione e sottolinea l’importanza delle sue protagoniste quali esempi per la narrativa poliziesca successiva.
Nina, protagonista di “Nina la poliziotta dilettante” è la capostipite delle investigatrici dilettanti italiane, e la sua autrice è eletta quale iniziatrice del genere poliziesco made in Italy. Contrastata dalla critica e acclamata dai lettori, Invernizio nasce a Voghera nel 1851, schiva e riservata rifiuta una sua foto a Guido Gozzano definendosi una donna perbene sposa di un colonnello dei bersaglieri che seguirà nei suoi trasferimenti fino a Cuneo, dove nel 1916 morirà di polmonite. Lettrice forte e autrice instancabile pubblica oltre centoventi romanzi in quarant’anni di attività. Esordisce nel 1877 con “Rina o l’angelo delle Alpi” a soli ventisei anni presso l’editore Salani nel 1877 e col suo “faccino da gatto soave” come la definì Toti Scialoja costruì autentiche “macchine per sognare” con amori impossibili, carezze e vendette, avventurieri e romantiche sognatrici, intrighi e spasimi d’amore. “Nel romanzo, caratterizzato da uno stile forbito e insieme corrivo tipico della Invernizio” scrive Silvio Raffo nella postfazione “compaiono le figure ricorrenti del gisllo al femminile: oltre alla damigella in pericolo e ad almeno una coppia di pretendenti, una albagiosa contessa, la sua governante, qui zoppa, e l’immancabile aiutante delle favole”.
E’ una notte di inizio settembre a Torino, quando Carlo raggiunge quasi furtivamente la sua amata Nina a casa per informarla che la zia ha accettato di incontrarla e acconsentire al loro fidanzamento. “Carlo e Nina appartenevano a due ceti diversi. Il primo era nato da ricca e nobile famiglia…Nina invece era di famiglia operaia” e dal giorno del loro primo incontro, il conte Sveglia e la modesta ma affascinante operaia Nina Palma si innamorarono. Il loro sentimento era contrastato dalla zia che era anche la parente più vicina al conte. La mattina seguente “verso le cinque del mattino, alcuni operai videro sul prato, quasi all’imbocco del corso Peschiera, un uomo stesa a terra, immerso nel sangue, senza segni di vita” era il cadavere di Carlo col petto squarciato da un’orribile ferita di coltello. I sospetti ricadono subito su Nina e sull’amico d’infanzia Martino Vigna, pur non avendo un movente e “l’assassinio misterioso del conte Sveglia desta la pubblica curiosità”. Un mese di carcere e ripetuti interrogatori portano alla scarcerazione dei due indiziati e alla decisione di Nina di investigare lei e scoprire la verità sulla morte del suo amato Carlo.
La sua è giusto una missione in quanto Nina ripone scarsa fiducia nei rappresentanti della giustizia, che in effetti, nel corso dell’indagine seguono piste sbagliate. Nina persevera spinta dalla volontà di fare luce sul delitto che era sulla bocca di tutti, “i giornali erano venduti a ruba e ciascuno di essi aveva le sue speciali informazioni inedite”. Nina fa venire fuori tutte le sue doti di detective e l’autrice svela pian piano tutte le caratteristiche e le intraprendenze di una donna volitiva e determinata ad andare fino in fondo per trovare la verità e a compiere scelte in nome del sentimento dell’amore. Invernizio infarcisce la trama di elementi nuovi connessi alla strategia investigativa, che si intersecano con gelosie, sospetti e opportunismi che riguardano l’ambito familiare facendo emergere anche le differenze sociali che si rivelano anche nel campo degli affetti.

Cristina Marra

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