Il rumore del ghiaccio – Peter May



Peter May
Il rumore del ghiaccio
Einaudi
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Visionario piuttosto che distopico, Peter May ci racconta una vicenda che si colloca in un futuro che ci auguriamo ancora lontano dal realizzarsi. Il romanzo «Lockdown» scritto nel 2005, rifiutato inizialmente dagli editori, è divenuto, purtroppo, drammaticamente attuale una quindicina di anni dopo. Speriamo si sia trattata di un’unica e isolata coincidenza!
Ma veniamo alla storia, collocata nel 2051, in un ambiente desolato. A causa di scelte sbagliate, o addirittura non prese, nei decenni precedenti, sul nostro pianeta si sono prodotti cambiamenti climatici che lo hanno reso irriconoscibile. Il surriscaldamento ha provocato effetti devastanti: a un caldo che rende impossibile la vita nelle zone equatoriali, corrisponde un freddo glaciale che avvolge le regioni del nord. Regioni e paesi che, a causa  dello scioglimento dei ghiacci, hanno assunto conformazioni diverse da quelle originarie. 
Questo è quanto è accaduto alla Scozia, separatasi, non solo politicamente ma pure morfo-geograficamente dall’Inghilterra. È in questo contesto che si muove il detective Cameron Brodie, incaricato di indagare sulla morte di Charles Younger, reporter dello «Scottish Herald» scomparso mesi prima nel West Highlands, Scozia.
In questa terra lambita da acque che ne rendono i contorni irriconoscibili, flagellata da tempeste di ghiaccio e neve, venti impetuosi, in un freddo e un’oscurità non solo fisiche ma metaforiche, quasi metafisiche, Brodie si muove alla ricerca della soluzione del caso che gli è stato affidato. Il corpo di Charles Younger,  scomparso nei mesi precedenti, è stato scoperto da una giovane meteorologa del luogo, Addie, nascosto in un tunnel di ghiaccio formatosi attorno a lui. Si deve procedere all’autopsia, prelievo, ricerca di DNA, indagini approfondite di ultimissima generazione. Ad accompagnare il detective in questa impresa è la dottoressa Sita Roy. 
Brodie, inizialmente restio ad assumere l’incarico, lo accetta perché, dopo una diagnosi di carcinoma a stadio avanzato, coglie al volo questa occasione che gli permetterà di incontrare la meteorologa, Addie, la figlia che da anni ha troncato ogni rapporto con lui.
Il romanzo ruota attorno a tre indagini parallele, strettamente connesse. Brodie è un detective che indaga per trovare il responsabile della morte di Younger ma è anche un uomo che si porta dietro una scia di verità non dette. L’ultimo tassello è legato invece alla ricerca delle colpe politiche, personali, economiche che rappresentano il contesto e la causa dei disastri ambientali presenti e futuri.  
Il veloce scambio di battute tra Brodie: «Questa è una cosa che non ho mai capito» e la figlia Addie: «probabilmente perché non ci hai mai fatto caso, come quasi tutti gli altri» appare il paradigma dell’intera vicenda. In esso sono nascoste le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. . 
Il mondo che Peter May ci presenta è evoluto dal punto di vista tecnologico, con taxi ad acqua, velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticale, visori che permettono di scansionare video e scoprirne manipolazioni, computer di bordo super raffinati, ma ancora primitivo dal punto di vista dei sentimenti, delle paure e delle scelte esistenziali degli uomini e degli impulsi ferini di chi sta al potere.
La storia è narrata attraverso spaccati spazio-temporali che si intrecciano, interscambiandosi nel ricordo del protagonista che, in alcuni passaggi, diviene il narratore. Nell’hotel International, da dove Brodie e Sita dovrebbero partire per svolgere le indagini, si respira un’atmosfera che riporta a quella di Shining: sensazione, che in qualche misura, sembrerà quasi essere confermata. A tutto ciò vanno aggiunti un ritmo incalzante, i cambiamenti di prospettiva, le scene di sempre nuovi e non immaginati delitti che rendono la lettura piacevole, mai noiosa né banale.

Michela Vittorio

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