La donna di Oslo – Kjell Ola Dahl



Kjell Ola Dahl
La donna di Oslo
Marsilio
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La Donna di Oslo di Kjell Ola Dahl, considerato uno dei padri del giallo nordico, è un romanzo corposo, ma che ti prende e ti costringe a restare incollato alle pagine fino alla fine. La storia inizia nel 1942, quando la Norvegia era occupata dai tedeschi. Ester Lemkov è una giovane ebrea che fa da “corriere” per i partigiani della resistenza e trasporta messaggi con la sua bicicletta. Dopo aver assistito all’arresto del padre nel suo negozio a Oslo da parte della Gestapo, fugge in Svezia a Stoccolma. Qui diventa il contatto di Gerhard Falkum, uno dei ribelli più ricercati dai nazisti che sparisce dopo che Ase, migliore amica di Ester, viene ritrovata uccisa in circostanze misteriose. Venticinque anni dopo, Falkum riappare improvvisamente a Oslo. E anche Ester, dopo aver chiuso la sua collaborazione con l’intelligence israeliana, è di nuovo a casa. A quel punto l’incontro con Gerhard le impone di cercare la verità sulla morte di Ase alla quale l’uomo era legato da un destino d’amore e morte. Sarò Ester a ricomporre il puzzle dell’incrocio di queste vite e a fare i conti con una realtà senza amore. 
La narrazione si dipana lieve nel continuo passare da un piano temporale ad un altro, da un luogo all’altro, ma nello stesso tempo seguendo il fil rouge di una storia tutta fatta di passioni sia politiche che personali. Una storia in cui le vere protagoniste sono: da una parte tre donne ovvero la vittima di un omicidio, la sua figlia e l’amica “investigatrice”, e dall’altra parte una donna immateriale ovvero la Storia con la S maiuscola, quella dell’occupazione nazista in Europa anche a Oslo, durante la Seconda Guerra Mondiale, e della persecuzione di ebrei e terroristi. Sullo sfondo uomini che fanno del male, che tradiscono, che ordiscono, e che pure soffrono della loro piccolezza.
I due piani storici e l’affresco perfetto e ben calibrato di personaggi e luoghi, si compenetrano l’uno nell’altro in un fluire di parole sempre ben studiate e mai sprecate. Le frasi sono brevi. Incisive con tanti punti e sempre molto chiare. Interessante la non alta “imprevedibilità” di alcuni sviluppi della vicenda personale dei protagonisti. Poco importa perché questo continuo passare dal passato al presente aggancia il lettore con maestria. La fama di Dahl è interamente rispecchiata in questo giallo da togliere il fiato. E da non perdere. 

Laura Marinaro

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