Quelli cattivi



Massimo Lugli, Antonio Del Greco
Quelli cattivi

Compralo su Compralo su Amazon

Dopo le felicissima esperienza di Città a mano armata e di Il Canaro della Magliana, tornano in pista in accoppiata Massimo Lugli, ex cronista di nera per la Repubblica, grandissimo scrittore di gialli noir e Antonio Del Greco ex Dirigente della Omicidi e che potremmo quindi definire il braccio più specialistico dei due, sia per diretta conoscenza dei fatti ma anche per quando si affrontano argomenti come procedura e tipologia delle indagini. Hanno detto di loro: «Metti insieme uno Sbirro e un Cronista con le maiuscole, e trovi un pezzo del Paese e di Roma che non ci sono più. La Questura di Roma e Roma sono state esattamente quel mondo in cui vi preparate a entrare leggendo le pagine di Lugli e Del Greco.»                                                    1984: Omar Gentile, terrorista nero, colonnello della neonata formazione di estrema destra Rivoluzione Nazionale, e Pietro Salis, potente boss della criminalità romana, non hanno nulla in comune. Omar Gentile, colonnello dell’estrema destra è un killer crudele, un assassino, un terrorista nero latitante, famoso per la freddezza e per sapere sempre dominare le emozioni . Pietro Salis, conosciuto come “er Cattivo”, è il capo senza rivali di una certa criminalità, che controlla il gioco e il fumo, si muove con scioltezza nel litorale di Ostia ma ha solidi agganci capitolini. Er Cattivo è di origine sarda, ma da “mo’”trapiantato a Roma. “Quando er Cattivo parla, tutti si mettono in riga e obbediscono”. A unire questi due personaggi agli antipodi sarà l’azzardato progetto di una rapina in una banca spagnola che frutterà un bottino favoloso, oltre 40 miliardi, a metà degli anni Ottanta. Quell’ambizioso furto, poi portato a buon fine, sarà il collante per un rapporto criminale tra terroristi neri e criminali di Ostia. Ma darà anche il via a una spietata catena di delitti, atti terroristici e ricatti che si trascinerà per più di un decennio. Un via, un fatale inizio che aprirà la strada a certi peggiori e sanguinosi momenti della storia italiana e della Capitale, funestate senza tregua dalle aggressioni della delinquenza e dalla tragedia degli anni di piombo.    E ritoccando certi eventi e descrivendo reali fatti di cronaca, gli autori ci raccontano la Storia dell’intrigante e feroce epopea della “grande mala”. E spiegandoci come e perché, ci fanno rivivere quella che fu la sua nascita, la progressiva sanguinaria ascesa di un gruppo criminale che domina ancora incontrastato sulla scena di Ostia e Roma. Con Massimo Lugli non si sbaglia mai e il suo recente sodalizio con Antonio Del Greco fa aumentare la perfomance anche di questo romanzo. Con naturalezza, Lugli e Del Greco, riescono a creare un calibrato mix di vero e fantastico. “Quelli cattivi” infatti è un romanzo crudo, intrigante ma di forte impatto e con veloci dialoghi romaneschi che danno sapore alla trama. Una trama resa vieppiù stuzzicante dalla costante presenza di una ventata di ironia, imperdibili i soprannomi dei suoi accoliti: vedi er Secco uno che magari pesa centoventi chili o er Duca: Du ca, uno che in testa tiene appena due capelli… Diversi personaggi, come er Cattivo, sono realmente esistiti, altri magari esistono ancora. La cronaca recente ci offre precisi indizi in materia. Cambiano solo i nomi. La trama del libro, che si rifà a orrendi fatti della più spaventosa cronaca nera, ogni capitolo infatti gronda sangue, ci presenta Er cattivo come un boss spietato, un dominatore assoluto ma anche un uomo capace di scherzare, e persino in grado di “innamorarsi” come un liceale di una ragazza che lo ricambierà e lo renderà padre di una bambina, Barbara, che lui potrà conoscere davvero solo dopo dieci anni di prigione. Il personaggio di Omar il fascista, plausibile ma inventato, all’inizio è un fanatico della lotta armata, solo teso a distruggere la democrazia con truci attentati. Ma qualcosa anche per lui cambierà, riflette, si rende conto che è stufo di passare i suoi giorni fuggendo, sogna un’altra vita al fianco di una donna “bella e intelligente”. Indubbiamente non troviamo in “Quelli cattivi” la scontata lotta del bene contro il male dei classici gialli noir. Nessuno qui vuole sembrare buono. L’atmosfera è sempre tesa, perché da un momento all’altro può arrivare un colpo di pistola che chiude i conti con maneggi, rivoluzione, ma e sopratutto con la vita, perché per ciascuno dei personaggi le regole sono solo quelle: se sgarri, se rompi, se manchi di rispetto e non tieni la bocca chiusa, sei morto. A conti fatti i cattivi del romanzo sono tanti, troppi ed è innegabile il rapporto odio/paura e… quasi amore, tra mala e cittadinanza, ma a guardare bene ci sono anche alcune persone oneste. Certo quando si pensa allo Stato solo come artefice di prevaricazioni e imposte ecc. ecc i delinquenti hanno gioco più facile. E la polizia, messa sotto assedio, anzi quasi nell’angolo da tanti crimini, finisce con rispondere alla violenza con la violenza, perché le sembra l’unico mezzo per poter trattare con la criminalità. E, per incastrarla, non le resta che barcamenarsi con dei fulminei blitz alle quattro del mattino. Perché purtroppo, anche tra coloro che dovrebbero rappresentare il bene, vige la corruzione ed esistono gole profonde, con i giornalisti sempre pronti a dare l’anima per uno scoop. Una trama ben calibrata, senza sbavature che, avvalendosi della rapidità delle azioni, dell’implacabile catena degli omicidi e del conseguente intrecciarsi di tradimenti e vendette, riesce a mostrarci le tante, diverse, variegate sfaccettature del male. Un romanzo duro, cattivo, proprio come dice il titolo, un vero hard boiled che ci porta in una capitale, dove brilla il sole, mentre al di là della barricata, nascosta dal manto nero della malavita, si combatte una guerra brutale e senza limiti.

 

Patrizia Debicke

Potrebbero interessarti anche...