Un crimine bellissimo – Chrstopher Bollen



Chrstopher Bollen
Un crimine bellissimo
Bollati Boringhieri
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Inventarsi una nuova vita è possibile, ma servono soldi, molti soldi. Cancellare il passato è più difficile, molto difficile. Su questi due concetti, apparentemente semplici, Chrstopher Bollen costruisce il suo ultimo romanzo, “Un crimine bellissimo”, edito da Bollati Boringhieri. E per far palpitare il cuore dei suoi lettori sceglie come location Venezia, scelta molto complicata perché rischia di vedere affogare la storia nell’immagine oleografica, da cartolina, della città.
Invece Bollen si conferma scrittore di talento, riuscendo a raccontare una storia dai risvolti passionali, torbidi, avidi, sanguinolenti, inserendoli in una Venezia vera: avvolta nel degrado, nella corruzione, nelle battaglie dei suoi abitanti per rivendicare spazi vivibili, dentro uno spazio urbano che sembra a uso e consumo esclusivo dei turisti. Una fotografia che parte da esperienze autobiografiche dello stesso Bollen che, come uno dei suoi protagonisti, è stato stagista alla Peggy Guggenheim Collection.
La storia ha tutti i crismi del giallo più classico, con risvolti psico-sociali di spessore, ma l’abilità di Bollen sta nella capacità di spiazzare il lettore, con puntuali e ripetuti cambi di registro. Ad esempio, la coppia che vuole cambiare vita e ha scelto Venezia per farlo è gay, i palazzi storici ricchi di capolavori sono in realtà un inganno, le diversità sociali sfociano in omicidi.
Nick e Clay sono innamorati e alla ricerca di un futuro in cui dimenticare le loro pur giovani vite passate, che pesano sotto forma di debiti. Decidono che il modo più semplice e diretto è quello di mettere a segno una truffa milionaria ai danni di un ricco americano, che vive a Venezia. L’idea è di vendere una collezione di argenti falsi a West, il milionario americano, ma quello che sembra un piano ben studiato e inizialmente in discesa, si rivela più complicato del previsto. Anche perché c’è nel passato di Clay un punto di contatto importante con quella che dovrebbe essere la vittima del raggiro.
È la storia di una frode che si rivela ricca di colpi di scena, di qualche omicidio (vero e presunto), di amori omosessuali, di segreti, di spaccati sociali americani e veneziani, di retaggi razziali, di introspezione psicologica soprattutto dei due protagonisti. Ma è anche un libro pieno di cinismo, che deborda dai personaggi, dalle città, partendo da quelle americane fino a scoppiare in una Venezia bellissima, decadente e, per molti versi, disperata.
Questa bolla veneziana, che alterna luci e ombre, sembra cullare la storia facendola passare con naturalezza da un colpo di scena all’altro, ma contemporaneamente è il brodo di coltura in cui l’autore lancia riflessioni sull’amore, sull’odio, sui confronti stridenti tra le classi sociali, sulla sessualità esibita e quella segreta. Riuscendo a mescolare bellezza e morte, fulgore e decadenza, passato e futuro.
Insomma, dopo il successo di “Orient”, Christopher Bollen fa di nuovo centro con una storia che ha la struttura e gli stilemi del giallo, un incedere secco, a tratti persino doloroso, ma che riesce ad andare molto oltre la vicenda in sé, suscitando riflessioni profonde sulle passioni, positive e negative, che regolano i meccanismi della nostra società.

Michele Marolla

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