Un requiem tedesco – Philip Kerr



Philip Kerr
Un requiem tedesco
Fazi Editore
Compralo su Compralo su Amazon

Come auspicato, la Fazi ha pubblicato anche l’ultimo volume della trilogia berlinese del grande Philip Kerr: con Un requiem tedesco si  porta a compimento il Bildungsroman di Bernie Gunther, il percorso di maturazione del cinico (in apparenza) detective protagonista della trilogia. Le vicende iniziano nella Berlino post-bellica, divisa in quattro zone d’occupazione, ma si sposteranno subito nella non lontana Vienna, una città che vuole mantenere a oltranza l’elegante aura di fascino asburgico, nonostante le distruzioni e le macerie del conflitto. Gunther, su sollecitazione di un colonnello russo conosciuto a Berlino, decide di investigare sull’assassinio del capitano americano Linden, di cui pare colpevole l’ex collega Emil Becker. Dal momento che il nostro protagonista si considera un cacciatore di verità, convinto dell’innocenza di Emil decide di cercare le prove per scagionarlo. Comincia così una “partita a scacchi” con americani, russi, ex nazisti, tutti protesi ad accaparrarsi la futura ricostruzione degli equilibri politici. Muovendosi lungo una linea di confine continuamente oscillante, tra alleati che non sono tali e nemici che si scambiano le parti diventando protettori, Gunther conferma la sua cinica filosofia che si può sopravvivere alla sconfitta ma occorre cercare di scampare a un’altra liberazione. Implacabile, Kerr dimostra nella sua opera quello che Machiavelli aveva ammesso cinquecento anni orsono: la politica è un gioco di potere al di là della morale, in cui i parametri non sono il bene o il male , ma l’utile o il dannoso. Ciò che può salvare l’anima a chi entra in questo agone è l’operare non per il proprio interesse ma per quello della propria parte. Questa è anche la massima di Gunther, che nasconde sotto un’apparenza spregiudicata un autentico desiderio di verità e di giustizia. Ma gli oltre dieci anni trascorsi tra il primo romanzo, ambientato nel 1936, e quest’ultimo hanno lasciato un segno profondo nell’animo di Bernie: l’investigatore spaccone, un Marlowe tedesco, che sapeva muoversi senza remore moralistiche tra gli alti papaveri nazisti ha lasciato il posto a un uomo che ha conosciuto la disperazione, la sconfitta, la detenzione in un campo di prigionia russo e, una volta liberato, la disillusione di tornare in patria da reduce lacerato dalle ferite nell’anima, le peggiori perché inguaribili. È un’opera di letteratura quella di Kerr, una denuncia senza moralismi dell’assurdità della guerra e della stupidità umana, uno scandagliare nelle viscere di un popolo, quello tedesco, che deve fare quotidianamente i conti con una colpa collettiva dal peso disumano, come disumane sono state le azioni commesse. E infine è una lucida  riflessione sulla fragilità delle democrazie, troppo spesso logorate dal predominio dell’economia che ben poco è interessato all’equità e al bene comune.

Donatella Brusati

Potrebbero interessarti anche...