Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno – Benjamin Stevenson



Benjamin Stevenson
Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno
Feltrinelli
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La famiglia Cunningham è decisamente particolare. Molti di loro hanno un segreto o un passato burrascoso e quel che è più singolare è il fatto che direttamente o indirettamente hanno causato la morte di qualcuno. Ernie di professione fa lo scrittore, per la precisione si dedica ai manuali su come scrivere un giallo seguendo le note regole sull’affidabilità, la coerenza, la correttezza formale. Quando la zia Katherine lo convoca per una riunione di famiglia in montagna, prevede un noioso fine settimana in mezzo alla neve e all’ostracismo dei parenti. Nessuno infatti gli perdona di aver fatto arrestare il fratello testimoniando contro di lui in un processo per omicidio. Ma quando arriva in albergo si troverà di fronte a una catena di omicidi che lo porteranno a rischiare la propria vita per risolvere il mistero.

Se dovessi trovare un termine che riassume il contenuto del libro è “sorpresa”. Tutto il testo infatti è un susseguirsi di colpi di scena e di sorprese a raffica. Il narratore, che parla in prima persona, è anche il principale testimone dei fatti raccontati e centellina le informazioni per cercare di nascondere al lettore il nome del colpevole che giungerà, come tradizione vuole, solo nelle ultime pagine.

Tutta la trama è un gioco, una sostanziale parodia di gialli e thriller nella quale l’autore sfrutta tutti i classici spunti: luogo isolato e difficile da raggiungere, tempesta di neve, morti misteriose, famiglia dai componenti a dir poco insoliti.

I personaggi descritti sono solo quelli utili alla narrazione, delle altre presenze nell’albergo non sappiamo nulla e spariscono dileguandosi in massa al primo omicidio senza interferire in alcun modo nelle indagini. Tutto è concentrato sui Cunningham, la proprietaria dell’hotel, il poliziotto sopraggiunto a investigare e pochi altri che si riveleranno comunque indispensabili per la soluzione del mistero.

Il vero detective, nonché risolutore del caso, è Ernie. È lui a narrare, a cercare prove e indizi, a interrogare, a ricostruire fatti e antefatti rendendoli noti anche al lettore poco per volta, quando lo ritiene opportuno, per non scoprire tutte le carte. La storia della famiglia e le oscure vicende che l’hanno segnata sono la chiave di volta, tenendo sempre presente che, come in ogni giallo che si rispetti, non tutti sono ciò che sembrano.

Chi siano tutti gli altri familiari e in quali strani affari siano coinvolti viene rivelato da Ernie nei capitoli a loro riservati: il fratello, la sorellastra, la ex moglie, il padre, la madre… In realtà, a ben guardare, le informazioni sono disseminate qua e là trasversalmente e, solo leggendo con attenzione, si riesce a seguire l’intricata trama fabbricata con cura dall’autore e raccontata con dosata parsimonia da Ernie.

Una lettura divertente per chi ama i gialli conditi con un pizzico di ironia.

Cristina Bruno

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