Uccidi con il tuo bambino interiore – Karsten Dusse



Karsten Dusse
Uccidi con il tuo bambino interiore
Giunti
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All’avvocato Diemel l’aria di montagna non fa proprio bene: basta un cameriere ambientalista che non realizza il suo desiderio di un Kaiserschmarrn dolce e fumante per far arrabbiare il suo bambino interiore, il quale lo spingerà a escogitare una punizione fin troppo severa per il malcapitato cameriere. Ma la vita dell’avvocato Diemel è piuttosto complicata: un delinquente da tenere nascosto in cantina, due gruppi criminali da dirigere a loro insaputa, una moglie che gli si nega e infine un altro ambientalista che minaccia di distruggere il suo delicato (e funambolico) equilibrio esistenziale. Con l’aiuto del suo terapeuta, Diemel troverà qualcuno che può aiutarlo a migliorare e a rasserenare la sua vita, cioè il suo bambino interiore, quella parte di sè, il Diemel dell’infanzia, che per troppo tempo il Diemel adulto ha soffocato e messo a tacere. Peccato che la convivenza tra l’adulto e il bambino interiore si riveli molto, molto complessa…

Uccidi con il tuo bambino interiore di Dusse presenta una notevole originalità nel panorama attuale del genere crime, perché introduce tra i protagonisti della storia la Mindfulness, una tecnica psicologica oggi molto in auge che mira a far acquistare una piena coscienza di se stessi e a ridurre in modo molto significativo ogni genere di stress. L’autore, però, si serve di questi insegnamenti (che nel romanzo vengono espressi dal terapeuta di Diemel) per costruire una satira acuta, divertente e corrosiva, di alcuni dei principali miti à la page odierni, come il politically correct, l’ambientalismo, la moda green e simili. Alcune figure sono irresistibili, come la maestra d’asilo che spiega ai bambini che bevendo il succo di frutta nel contenitore di plastica distruggono la terra o il socio di Diemel, che dopo aver ucciso un po’ di persone, si ricicla come direttore d’asilo identificandosi in toto nel ruolo. I problemi del povero Diemel si susseguono con un ritmo infernale per il malcapitato e divertente per il lettore, che alla fine finisce col simpatizzare per lui, trovandolo ‘diversamente’ innocente. Esilaranti, di un umorismo che sfocia nel grottesco, sono i dialoghi tra Diemel e il suo bambino interiore, una vera e propria piccola peste.

Dietro la satira, sempre leggera e ironica, Dusse ci mostra il ritratto di una società profondamente ipocrita, convinta di difendere valori e principi ma sempre con le parole, mai coi fatti. Proprio questa è la cifra del romanzo: mai come oggi risulta facile proporre le risoluzioni dei problemi e nel contempo delegarle sempre agli altri, perché metterebbero troppo in crisi le nostre comodità quotidiane e il nostro benessere. Le sagge lezioni del terapeuta, che il protagonista utilizza sempre a proprio vantaggio, smascherano così l’opportunismo e la superficialità di chi pensa di essere ogni volta ‘dalla parte giusta’.

Donatella Brusati

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