Aria di neve



Serena Venditto
Aria di neve

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 Aria di neve, il titolo del nuovo libro di Sara Venditto, è  un modo di dire usato in Giappone che tradotto dovrebbe significare:  “quando sai che qualcosa accadrà non perché qualcuno te lo dice, ma perché senti un profumo diverso intorno a te”. Una specie di premonizione dunque, un avvertimento che la persona percepisce d’istinto, a pelle, o meglio, “di pancia”.
E le premonizioni Ariel, la protagonista, una co-investigatrice americampana( padre americano e madre napoletana) le avverte e le vive, dividendole spesso con Malù – la padrona di casa – e con l’investigatto Mycroft. Il tutto  accade nella colorita, cosmopolita e stupenda città di Pulcinella.
Napoli, almeno una piccola parte della città, quella del centro – i Tribunali – si trasforma, grazie alla descrizione minuziosa della Venditto, nello sfondo del racconto.
Tutta la storia  si svolge all’interno di un condominio che io ho immaginato come quello che appare nel film di Troisi: “Ricomincio da tre”, ancora con i puntelli del terremoto.  In più, , durante le dettagliate descrizioni dei luoghi, sembra di sentire in sottofondo  dalle note della canzone “La città di Pulecenella”, . Ho rivisto, immaginato, sognato ed incontrato, leggendo il racconto, molti personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura della napoletanità: Totò , Eduardo,  Troisi ,Giuffrè, Cannavale e i Taranto.
Ma iniziamo, con la narrazione del libro. Un breve racconto, quasi un cortometraggio – poco più di 150 pagine – ma che comprendono di tutto,  la storia,  la musica, il teatro e … l’investigazione, sì, perché anche qui ci scappa il cadavere, una donna che la nostra Ariel associa, appena dopo averla intravista nel condominio, a Beyoncè.
Aria di neve  ha inizio con la descrizione della rottura del fidanzamento di Ariel con il suo amato. Dopo poco, seguendo il consiglio della sua amica del cuore, Ariel abbandona la vecchia casa intrisa di ricordi e si trasferisce a vivere in via Atri, una perpendicolare di via Tribunali.
La nuova dimora è l’esatto contrario della sua precedente “vuota e silenziosa”; qui convivono varie etnie, persone diverse, un condominio che possiamo definire come colorato, brioso, gioioso ed allegro. Ma…ci scappa il morto.
Brava, dettagliata nelle descrizioni dei luoghi e nei caratteri e personalità dei personaggi- qui si nota lo spirito Doyliano di Sherlock- talentuosa negli abbinamenti dei vari personaggi, la Venditto ha saputo coniugare, con abilità e maestria, la suspense del giallo con la quotidianità della vita nella città partenopea, regalandoci un affresco, seppur in miniatura, che è intriso di amore, gioie, dolori ed anche di genuine risate.
Aria di neve è  narrato a quattro mani e quattro zampe: le mani di Ariel e Malù e le zampe del gatto-investigatore in erba. 16 capitoli, leggerissimi e “piccanti” nel senso dell’umorismo, delle freddure, dei richiami letterari, cinematografici … ed anche del mistero giallo, un giallo a tutto tondo.Di fondamentale importanza per la soluzione del mistero sarà  l’olfatto del gatto-investigatore Mycroft … sì, proprio il nome del fratello maggiore di Sherlock. Come la stessa sua padrona Malù, al secolo Marialuisa, racconta, Watson è un nome troppo inflazionato, meglio Mycroft.
Per la soluzione del caso, la Venditto, ci catapulta in una di quelle scene finali dove l’investigatore, che indossi o meno l’impermeabile, che sia il figlio dell’ispettore-capo, o che al suo fianco sia presente il buon Watson, svela a tutti i presenti la cronologia del delitto. Un plauso meritato ancora alla Venditto per tutte le citazioni,e  le suggestioni presenti nelle pagine.
Penso sia doveroso ricordare che la nostra, in seconda di copertina, riporta testualmente: “Nessun gatto ha subito maltrattamenti durante la lavorazione di questo romanzo”. Ed anche giusto, a mio parere, che ci si soffermi un attimo sui “ringraziamenti” che l’autrice  rende alla fine del suo lavoro. In essi, si riescono a comprendere meglio il lavoro, l’impegno, la cura, la passione che gli scrittori dedicano a noi lettori per farci vivere un mondo diverso, per farci gustare storie e vicende, perché … un libro è per sempre.
Aria di neve si è rivelata una meravigliosa lettura e aspetto con ansia  con il prossimo lavoro di Serena Venditto,  magari con la seconda “vita” di Mycroft.
Leggetelo, magari,  davanti ad un buon piatto di spaghetti con le vongole “veraci” e a un bicchiere di Falanghina.
Buona lettura, alla prossima!

Gianni Anastasio

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