Da Buenos Aires a Ushuaia in Vespa (prima parte)

Negli anni novanta, quando Giorgio Bettinelli iniziava il suo girovagare per il mondo in Vespa, nonostante fossero anni che possedessi anch’io una Vespa proprio come la sua, semplicemente ignoravo la sua esistenza. In quegli stessi anni novanta in cui lui si dedicava all’esplorazione vespistica del pianeta Terra, io facevo una scelta di vita assolutamente più ordinaria anche se “ordinariamente” altrettanto fantastica nel suo svilupparsi, tanto che mi ha portato ad essere oggi un quarantenne in buona salute, marito felice e padre di due splendidi bambini.
Iniziai ad andare in giro in sella alla mia Vespa nel 1981. Allora avevo diciott’anni e non appena riscossi il mio secondo stipendio, che sommato a quello incassato un mese prima corrispondeva lira più lira meno al prezzo d’acquisto, corsi a comperarmi quello che allora si chiamava “Vespone”, un P125X completo di ruota di scorta (che ai tempi era venduta a parte, come optional). Avevo la patente, ma a ritirarla mandai un amico in quanto la mia pratica di guida, a ragione, non la ritenevo sufficiente. Pochi mesi dopo, sulla strada delle vacanze estive, riuscii a perdermi mentre mi arrampicavo lungo la statale della Cisa, alla volta dell’isola d’Elba.

Il pensiero di questo mio imbarazzante esordio vespistico mi è tornato alla mente più volte durante il viaggio in Argentina e Cile che ho compiuto insieme ad altri amici nel mese di dicembre del 2005. Un viaggio per diversi aspetti incredibile, a cominciare dal fatto che l’ho compiuto proprio in sella a quella stessa Vespa, vecchia di venticinque anni, con la quale mi smarrii sulla Cisa.

L’idea di questo viaggio è maturata insieme ad altri amici dell’Associazione Vespaonline (www.vespaonline.com) della quale faccio parte (…oltre ovviamente ad essere orgoglioso socio del Bettinelli Fans Club!), tutti quanti come voi e come me accomunati dalla passione per la Vespa i viaggi e l’avventura. L’organizzazione di una spedizione del genere ha richiesto più di un anno di tempo per la pianificazione e la logistica: dall’Italia abbiamo spedito via mare al di là dell’Atlantico 23 Vespa, 2 Land Rover e un carrello da 6 quintali, oltre a tutti i ricambi e le altre attrezzature. Per affiatare il gruppo e testare i mezzi abbiamo percorso diversi itinerari sia in Italia che all’estero, con un massacrante test finale lungo la “Strada del Sale”: un infernale tracciato in fuori strada tra Italia e Francia. Questo perchè il pezzo forte della nostra avventura sudamericana sarebbe stato cavalcare per un lungo tratto di oltre 1.600 chilometri la mitica Ruta 40 (la “Cuarenta” come dicono gli argentini): un polveroso sterrato di sassi e ghiaia vecchio di millenni che collega la parte settentrionale del paese con la Terra del Fuoco, all’estremo sud.

A fine novembre un primo gruppo è atterrato in Argentina per occuparsi dello sdoganamento di mezzi e materiali, per poi trasferirli a Lujan, una piccola cittadina a 50 chilometri da Buenos Aires dove, grazie all’ospitalità del Vespa Club “Red de Vespistas Argentino”, abbiamo allestito il nostro campo base all’interno del piccolo aeroporto turistico locale. Il secondo gruppo, di cui facevano parte anche due brasiliani che si sono aggregati alla nostra spedizione, è arrivato all’inizio di dicembre e il giorno 3 dicembre, alle ore 12.00 precise il raid ha preso il via.

I primi giorni di cammino sono stati caratterizzati dalla variabilità del tempo. In dicembre in Argentina ci si avvia verso il pieno dell’estate australe: a Buenos Aires di giorno il sole splendeva e la temperatura non era mai inferiore ai 30°. Nella Pampa la mancanza di rilievi e il vento sempre presente fanno si che il tempo possa cambiare repentinamente. In particolare un acquazzone di una violenza incredibile accompagnato da un primo assaggio dei famigerati venti patagonici, ci ha costretto a fermarci a lungo sotto la pioggia con i piedi ben piantati a terra: le folate erano tali da far letteralmente cambiare corsia alle Vespa mentre viaggiavamo! La Pampa in questa zona è molto verde e il paesaggio è caratterizzato da pascoli acquitrinosi popolati da mandrie di migliaia di bovini. Abbiamo viaggiato tagliando diagonalmente l’Argentina in direzione sud-est, incontrando uno scenario sempre più arido dove i pascoli lasciano spazio a una polverosa steppa desertica. Non c’erano più i manzi a farci compagnia e ci è capitato di avvistare le carcasse di qualche animale rimasto isolato, con le ossa sbiancate dal sole. I centri abitati sono molto distanti tra loro e tra un distributore e l’altro ci sono centinaia di chilometri: per aumentare la nostra autonomia ognuno ha portato con se in Vespa 10 litri supplementari di benzina.

Il traffico che abbiamo incontrato è stato scarso e percorrere gli interminabili rettilinei ha come un effetto ipnotico, che fa perdere concentrazione nella guida. Ne ha fatto le spese un mio compagno di viaggio che è stato centrato da uno dei rarissimi veicoli incontrati lungo il cammino, un pick-up in fase di sorpasso che lo ha buttato a terra. Siamo stati costretti a interrompere anzitempo la tappa per ricoverarlo e fare gli indispensabili accertamenti. Fortunatamente non si è trattato di nulla di particolarmente grave, ed il giorno seguente abbiamo potuto riprendere tutti il cammino, anche se il nostro amico non ha più potuto tornare in sella ed ha concluso il suo viaggio come passeggero su una delle Land, con la sua Vespa caricata sul carrello.

Di seguito, alcuni video girati durante il viaggio:

http://www.youtube.com/watch?v=wNjjjMA_XJQ

http://www.youtube.com/watch?v=3Mxpn2oS_oo

La seconda parte del viaggio sara’ pubblicata martedì 17 luglio. A presto!

lorenzo franchini

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