Giallo siciliano. A.A.V.V.



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Giallo siciliano – AA. VV. a cura di Roberto Mistretta

Sono autori siciliani che spaccano. Che hanno talento da vendere, tanto che alcuni di loro si sono alternati nella pubblicazione sul Giallo Mondadori. E allora perché non creare un’antologia di gialli ambientati in Sicilia, con protagonisti interamente siculi? A prova di dna, eh?

Il risultato di questo esperimento è Giallo siciliano, una raccolta di quindici racconti, pubblicata nel giugno 2022 da Delos Digital. Il curatore Roberto Mistretta è il primo siciliano ad essersi aggiudicato il prestigioso Premio Tedeschi, riconoscimento istituito alla memoria di Alberto Tedeschi, lo storico direttore de Il Giallo Mondadori. Con La profezia degli incappucciati, Mistretta ha infatti vinto la quarantesima edizione.

Coi loro magistrali intrecci, queste storie allietano il lettore in un torrido inizio d’estate, in quanto frutto di un’efficace sinergia. Sono vicende che non trattano solo di misteri e omicidi da risolvere, bensì considerano la Sicilia protagonista alla stessa stregua dei personaggi. Una terra meravigliosa ma altrettanto complicata da sviscerare, intrisa di profumi penetranti, di fiori dai colori intensi, di frutti succosi e cibi appaganti. 

Un’immensa Maria Elisa Aloisi, che il Premio Tedeschi lo ha vinto nel 2021, ci fa assaporare in Villa Scabrosa le sfumature di un giallo storico ingegnosamente orchestrato. Esperta di passaggi segreti è invece la protagonista del secondo racconto, La complicità del ficodindia di Maddalena Battaglia, una premessa che già di per sé incuriosisce. Nella terza esposizione emerge tutta l’ironia del maresciallo Pilato, perché il bravo autore sa strappare qualche risata, alleggerendo il genere, ed è esattamente quel che fa Salvo Di Caro ne Il quinto uomo. Lo Zingaro è l’ispettore “cazzuto” di Antonino Genovese in Terra amara. Dopo averlo letto, vedrete che mi passerete il termine. Almeno, lo spero. Il quinto racconto della serie vede dei personaggi alle prese con le cosiddette spadare, reti per la pesca del pesce spada ritenute illegali. Ma questo è solo un particolare, tanto per spostare l’accento sul mare che fa parte integrante della stessa Sicilia. Lei è Simona Godano e La rezza è il titolo. Il protagonista della sesta storia è un giornalista di satira. In Delitto ai candelai,  Dario La Rosa denuncia col sorriso. Il settimo racconto ha a che fare con la festa ru Santu Baddaru e narra sinteticamente di una serie di scarpe messe in processione, per intercedere coi peccati. Perché non solo la suggestione ma anche la superstizione è Sicilia, e questo concetto lo rende bene Giorgio Lupo ne Le scarpe del santo. In Punti di vista di Maria Lucia Martinez, ottavo racconto, il delitto suona il violino. Almeno, è in quell’ambiente che si sviluppa. Nel nono racconto Alessandro Miceli dà vita a un investigatore sui generis, ovvero una sorta d’infiltrato nelle indagini, in quanto persona non autorizzata. Il titolo è Il castigo di San Giorgio. Il già citato Roberto Mistretta è autore del decimo racconto, ovvero Il manoscritto di Quasimodo, dove vi è un giornalista che incontra un’anziana frequentatrice del poeta Salvatore Quasimodo. Tanta roba.

Rosario Russo in Impressioni di settembre ci presenta lo scrittore dilettante Vincenzo Cantone, nonché detective improvvisato, in un racconto all’insegna dell’ironia e molto originale.

Il dodicesimo racconto pone una domanda: perché a Misterbianco si lascia che le colpe ricadano su qualcun altro? È quel che focalizza Gaudenzio Schillaci in Aria siciliana

Il tredicesimo racconto, Un tiro di sponda di Daniele Scrofani Cancellieri, sonda il mistero del processo, del contrasto tra la verità sostanziale e quella processuale. 

Annalisa Stancanelli, in Cicerone e i delitti del papiro, imbastisce una bella dinamica riguardante Marco Tullio Cicerone, qui in veste di avvocato. Dopo avere vinto diversi importanti processi a Roma, quest’ultimo ha trascorso qualche anno in Sicilia come questore. Era il giorno della sua prima orazione nella causa dei siracusani contro l’avido governatore, ma solo lui sapeva che Verre al suo processo non si sarebbe presentato.

L’ombra del sospetto s’allunga sul mancato matrimonio tra Ilda Lleshi e Matteo Balistreri a Piana dei Greci, e così Vincenzo Vizzini chiude la raccolta con I cannoli di Piana. Dopo una serie infinita di morti ammazzati e di assassini da individuare, mancava qualcuno che ci prendesse per la gola. Il gusto dolce della Sicilia, verrebbe da dire. Che graffia la superficie ed emerge dal sangue. Crudele eppure bellissima, sempre e comunque.

Cristina Biolcati

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