La guaritrice



Maria Teresa Valle
La guaritrice
Frilli
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Quest’ ultima stagione Frilli mi pare tutta costellata di Cold Case.
Infatti anche per Maria Viani la morte accidentale a Varazze nel 1955 della vecchia guaritrice locale, conosciuta da tutti come “Mainitìn” è un irrisolto cold case…
E perché poi parlare di cold case per un caso tanto semplice, senza troppi fronzoli? L’anziana donna fu ritrovata, presumibilmente dopo aver battuto la testa in seguito ad una caduta, a terra, priva di vita, in un lago di sangue. Un incidente domestico, una disgrazia insomma e come tale fu archiviata dai carabinieri. Tutto faceva pensare a un incidente, spesso non si va oltre l’apparenza, non si va a frugare nella vita tranquilla di un’anziana donna. Le prime indagini, le testimonianze dei vicini tutto concorda… Nulla di strano, tutto triste, ma normale! Il funerale… Il caso fu ufficialmente chiuso, ciò nondimeno da allora Maria,  amica d’infanzia e di scuola della nipotina della morta, coltiva in proposito un senso di inquieta insoddisfazione. Perché? Cos’era successo veramente?
Maria ricorda questo episodio, per lei un irrisolto cold case, a suo marito Francesco, durante il lungo e faticoso viaggio in macchina (Maria odia gli aerei), con lontana destinazione Londra. E l’attuale viaggio fa da cornice dunque a quello a ritroso nel tempo – in virtù della narrazione di Maria – che ci accompagna nella Varazze del 1955, nella sua vita di una bambina maschiaccio che ignora le bambole, il ricamo e invece va a giocare per strada, corre in bicicletta, fa inorridire Rosa, sua madre, Ida sua nonna e, per fortuna, sorridere complice nonno Galdino.
Maria adora scrivere, leggere, è spaventosamente attenta, curiosa. E c’è qualcosa nella morte della “guaritrice” che non le quadra. Lei vorrebbe sapere e allora…
Chiede aiuto al nonno, irrinunciabile presenza, accanto a lei. Un nonno molto partecipe della vita della nipote, un fattivo sostegno, uno straordinario pilastro di umanità.
Scopriranno insieme cosa nascondeva la Guaritrice e anche il resto… Ma poi sarebbe stato giusto mettere in piazza tutte quelle pericolose verità? O invece è stato meglio tacere e far finta di niente?
Una affascinante ambientazione, ben calibrata con suggestivi richiami all’Italia del 1955, la guerra era ancora vicina, a un mondo più semplice ma non privo di buoni sentimenti e volontà di fare. Sicuramente più povero? Ma poi, era peggio o meglio di quello attuale?
E comunque un bel viaggio nel tempo e uno per le strade europee, con misteriosa meta e sorpresa finale.

 

 

Patrizia Debicke

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