“Soggetto poco incline al ragionamento filo-logico, poco o per nulla interessato alle tecniche investigative, evita abitualmente di prendere iniziative, manca di spirito di squadra e di etica del lavoro. Indisciplinato, assenteista, svogliato e scansafatiche”.
Questo è quanto scritto nella scheda informativa dell’ispettore Ettore Falconara, ventiquattrenne di bell’aspetto, distinto ed elegante, trasferito per scarsi risultati da Termoli a Milano e che, dal finestrino del Frecciarossa, vede allontanarsi sempre di più la tranquillità della sua natia Santacroce Marittima per avvicinarsi all’ignoto capoluogo lombardo.
Una città che lui immagina caotica e frenetica, ben lontana dalla sua indole riservata e sicuramente inadatta al suo carattere indeciso, introverso e spigoloso, tendente all’apatia. Caratteristiche che nulla hanno a che vedere col mestiere del poliziotto che infatti non ha scelto, ma si è ritrovato a fare giusto per avere uno stipendio sicuro con cui pagare le bollette della bellissima ma decaduta villa di famiglia, Villa Ginostra dove ha sempre vissuto, orfano, con la zia Teresa, decisamente molto, ma molto vispa e libertina.
L’appartamento che lo aspetta in centro città, invece, è stato procurato tramite lo zio, vescovo di Santacroce.
Il primo giorno di lavoro, dopo solo tredici minuti dalla entrata in servizio, ecco che arriva il primo morto.
Apparentemente un incidente domestico, ma il suo superiore, il commissario Mallus, pensa (e pare quasi desideri), che si tratti omicidio. E qui partono le indagini condotte da Mallus, con il suo atteggiamento strafottente, i modi a volte irriverenti, lo sguardo furbo e un’anima non sempre limpidissima, seguito da un insicuro, a volte incapace Falconara, che ci prova anche a darsi da fare, ma deve fare i conti con la sua resistenza a prendere appunti, con i corsi sugli appostamenti mai frequentati, insomma, a fare una vita che non ha scelto e per la quale non prova né attitudine, né interesse , né passione.
Mentre l’indagine sulla strana morte del bancario procede e si allarga, il commissario prova a spronare il nostro ispettore per caso, a fargli dei complimenti ma, se non in brevi sprazzi, Falconara continua a essere l’indolente di sempre, uno che dà l’impressione di essere passato per caso.
Si perde a osservare i libri, i quadri, i dettagli inutili, che lo portano a riflettere su se stesso, sulla sua vita e Milano, così diversa dal suo paese, pare acuire le sue insicurezze. Milano, la notte e i tram su cui viaggia e attraverso i cui vetro vede scorrere la città, alimentano le sue domande esistenziali, i suoi dubbi e le sue insicurezze. E trova anche il tempo per un’imprevista storia sentimentale con una intraprendente farmacista, relazione che lo coglie decisamente impreparato. Perché l’amore e la felicità, invece di sollevarlo, gli fanno nascere una grande voglia di malinconia che lo riporti alla sua realtà di intrinseca tristezza. Eppure, l’amore, per un breve momento, sembra dargli una sferzata.
Salvatore Frasca in questo libro, prequel de “Un modesto gioco di parole”, torna a raccontare il suo simpatico Ettore Falconara, personaggio nuovo e atipico nel panorama giallo/noir. Un Imbranato, ipocondriaco, claustrofobico ma di buona, anche se lenta e apatica, volontà. Uno che porta sulle spalle il suo sentirsi perennemente inadeguato, che nasconde la solitudine adolescenziale dietro l’ipocondria e una insana passione per Luciano Onder e Medicina 33. Perché a quei mali c’è rimedio, c’è una cura, una diagnosi. Ai suoi apparentemente no. Un personaggio che, con la sua tristezza, la sua inadeguatezza, porta il sorriso nel lettore e questo è un gran pregio.
L’autore ci dà poi modo di conoscere il commissario Mallus, che in “Un modesto gioco di parole” è la persona a cui l’ispettore telefona ogni qual volta sente il bisogno di consigli, conferme o suggerimenti, sentendo verso di lui una sorta di rispetto reverenziale, quasi figliale. Un personaggio riuscito che spero torni col il suo buonumore e i suoi molti chiaroscuri. Il perfetto contraltare di Falconara. Un’ultima annotazione riguarda i sagaci giochi di parole così cari a Salvatore Frasca: questa volta si è molto divertito con i nomi e i cognomi dei personaggi, tutti da scoprire. A voi farlo…
Milano, la notte e i tram – Salvatore Frasca
Cristina Aicardi