Il giallo come antidepressivo




Il giallo come antidepressivo

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Ogni tanto mi prende un po di depressione. Non so se capita anche a voi (spero di no). La salute latita, le cose non vanno come devono andare, e insomma tutto grigio, tutto triste. Lasma, la prostata, il giradito, la pensione striminzita, la suocera con lAlzheimer che vuole andare a casa sua quando gi a casa sua, la tegola rotta, il freno che non funziona, il lavandino che gocciola, la cacca di piccione sul tetto della macchina, il mutuo (del figlio) che ti assilla, il solito tizio basso e tarchiato su tacchi alti che dice che tutto va bene quando tutto va male, e via e via e via.

E proprio in questi momenti che mi soccorre il giallo, comprensivo di noir e thriller. Io sar pure sfigato (penso) ma guarda un po cosa succede ai disgraziati maledetti che vivono, seppur di fantasia, in queste pagine. Daltra parte che il giallo risulti il luogo pi adatto alle disgrazie nella sua stessa natura. Il fatto che ci sia come minimo un morto ammazzato gi questa una disgrazia. Per il morto ammazzato, se non aveva intenzioni suicide, per coloro che gli erano affezionati davvero e per quelli rimasti fuori dal testamento.

Ma un solo morto ammazzato una rarit come le mosche bianche (e infatti io non ne ho mai vista una). Di solito i morti ammazzati sono un esercito, una caterva. Una trenata di morti ammazzati strangolati, sbudellati, sparati, bruciati, accoltellati e insomma ati in tutte le salse e in tutti i modi. E gi questo ti tira un po il morale. Si star male ma sempre meglio di chi non c pi (cos si dice, anche se ogni tanto mi viene il dubbio che chi non c pi non stia poi tanto male).

Insieme ai morti ammazzati ci sono le disgrazie dei personaggi, quelli che in una storia rimangono vivi perch lautore non riuscito a trovare il modo giusto per farli morire. Ultimamente in grande spolvero. Pi disgrazie, pi divertimento per i lettori. Una vera e propria rincorsa alla disgrazia. Non voglio scrivere cose gi scritte e riscritte ma se al protagonista principale, maschio o femmina che sia, sono stati strappati dallinfame Destino soltanto i genitori e gli rimane da accudire un fratello scemo e una sorella pasticcata gli va di lusso. Soprattutto se la notte non tormentato da incubi che risalgono alla sua infanzia e non c un cretino l fuori che cerca, appunto, di farlo fuori.

Nei momenti pi critici, quando perfino mio figlio sembra assumere le fattezze di La Russa e un brivido corre lungo la schiena, mi butto anche sugli autori. Non bastandomi le sofferenze dei personaggi a gettare un raggio di luce sulla mia penosa esistenza. Ce ne sono a iosa, a valanga, da d a maiali come si dice in gergo popolare dalle nostre parti. Basta leggere qualche biografia pescata in qua e l a caso. Ubriachi fradici, picchiati, violentati, traditori e traditi, carcerati, pazzi, drogati, separati, divorziati, risposati, ridivorziati, mille mestieri, un calcio in culo e gi nella merda. Vita difficile, dura, violenta che mi fa tirare un sospiro di sollievo.

Insomma il giallo, comprensivo di noir e thriller, sar pure un mezzo per passare il tempo, o per riflettere sui problemi della societ, o sugli abissi dellanimo umano. A me serve soprattutto come supporto psicologico. Un balsamo per le mie ferite. Praticamente un antidepressivo.

fabio lotti

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