Il mare dei fuochi – Marco Buticchi



Marco Buticchi
Il mare dei fuochi
Longanesi
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Il maestro italiano dell’avventura racconta e ci regala, nel suo personalmente sofferto dopo Covid,  Il mare dei fuochi, un nuovo romanzo carico di suspence, azione, insomma una perfetta e irrinunciabile spy story.
Marco Buticchi, infatti, in un complesso intreccio che coinvolge esponenti della mafia calabrese (imperdibile il rituale battesimo della ndrangheta), del terrorismo internazionale legato all’Isis, dirigenti corrotti di servizi segreti della repubblica e spregiudicati e ricchissimi finanzieri,  costruisce un thriller ricco di sorprese che narra  a suo modo alcuni  terribili misteri ed enigmi della storia italiana e ha voluto dare anche un perché alla  tragedia di Ustica e all’attentato di Bologna.
Buticchi non è nuovo a queste scelte narrative, ricordiamo tutti infatti il suo La stella di pietra in cui  inseriva un’ ipotetica ma intrigante  versione sul rapimento e il barbaro assassinio di Aldo Moro.
Misteri irrisolti, stavolta, quali le stragi di Ustica e quella di Bologna, per le quali bisogna ritornare al 1980 quando, a pochi mesi di distanza, ci furono prima il misterioso e apparentemente inspiegabile disastro aereo del volo Itavia  Bologna Palermo, che vide il 27 giugno l’esplosione del velivolo  e la successiva  scomparsa in mare di  81 persone tra passeggeri ed equipaggio e l’orrendo, sanguinoso e vile  attentato del 2 agosto alla stazione di Bologna che fu causa di  85 morti.
Due piaghe ancora aperte  dopo quarant’anni, sulle quali si è indagato in ogni direzione, allargato l’orizzonte a trame internazionali, condannato esponenti di destra ma sulle quali ancor oggi, al di là delle versioni ufficiali, forse non si riuscirà mai ad arrivare alla verità.
Marco Buticchi  ci offre oggi con il suo romanzo, una plausibile interpretazione dei fatti, forse in grado di riscrivere  quanto accaduto in passato.
E dalla sua drammatica introduzione legata al 1980 infatti si salta all’attualità dell’estate del 2021,  a più di quarant’anni da quei tragici giorni, mentre a La Spezia si sta procedendo a una completa revisione di attrezzatura e armamento del Williamsburg, quando  Sara Terracini e Oswald Breil,  decideranno di concedersi una vacanza, fatta di  splendide e giornaliere gite turistiche sulla costa ligure.
E sarà proprio nei pressi del cantiere che Michela Di Romeo troverà il coraggio di parlare con Sara Terracini, per una volta uscita senza il marito per dedicarsi allo shopping, e chiedere il suo aiuto.  La donna è la  vedova di un ufficiale di polizia, un leale servitore dello Stato morto all’improvviso  nel 1995, mentre investigava su un traffico di rifiuti tossici, scomparsi dopo essere stati caricati sulla Rigel, una delle tante carrette del mare. Insomma, su una di quelle navi dette navi a perdere, spesso affondate e ricuperate più volte per frodare le assicurazioni. Un traffico, quello dei rifiuti nucleari tossici, caricato sulle navi schermati da cemento e polvere di marmo ,da anni in mano a un criminale compartecipazione, una cordata tra Ndrangheta e finanza internazionale, che non si è mai fermata negli anni e risulta tuttora  in piena attività, generando indebiti interessi da capogiro con al comando Eduardo Cutroneo, miliardario di origine calabra con megagalattico ufficio a Ginevra e forti aderenze con la mafia russa.
La titubante richiesta di Breil, o meglio un invito a cercare tra le righe per appurare meglio la storia della vedova Romeo, al direttore del Mossad riceverà una pronta conferma, corredata, nonostante il poco materiale a disposizione, anche da una fulminea visita esplicativa. Il capitano Di Romeo  aveva veramente scoperto l’esistenza di una vera e propria flottiglia di carrette del mare che, tra il 1985 e il 1992,  era stata  volutamente affondata in diversi punti  nel cuore del Mediterraneo con il suo carico di morte.  Ma una visita inattesa affiderà anche il fardello di una nuova mortale sfida a Oswald Breil, ex capo dei servizi segreti israeliani e a sua moglie Sara Terracini. E quando si tratta di fare giustizia o risolvere un mistero, i Breil non possono certo farsi da parte. Soprattutto perché stavolta  la posta in gioco è spaventosa. Una posta in gioco che, dallo smaltimento di rifiuti tossici  passa al criminale reimpiego  di sostanze nucleari  attraverso commerci che si tessono tra  la malavita e l’ Isis. Un’ esplosiva miscela  di eventi, con l’impiego di bombe atomiche sporche,  di piccole dimensioni e molto difficili da individuare. Il mondo intero è sotto un’incontrollabile  minaccia. Oswald Breil e  Sara Terracini , gli unici che possano fermarli, dovranno impegnarsi alla spasimo e,  fino all’ultima pagina, affrontare intrighi e lotte per sventare la catastrofe nucleare e mantenere la pace.
Un libro coinvolgente e ben costruito che apre nuovi spaventosi scenari.
E Marco Buticchi è un vero maestro nel riuscire a collegare eventi come quelli accaduti ad Ustica e a Bologna, ad altri apparentemente inspiegabili  come la morte del capitano  in autostrada verso la Spezia, l’ apparente strana  moria tra gli ufficiali dell’aeronautica culminata nei cieli di Ramstein e l’uccisione in Somalia di una giornalista italiana e del suo autista . Tutti  fatti drammatici che all’apparenza sembrerebbero non avere alcun legame tra loro. Ed invece …..
Con Il mare dei fuochi Marco Buticchi offre una versione alternativa e incredibilmente verosimile di quarant’anni di storia italiana e un’avventura ad altissimo rischio per l’ equipaggio del Williamsburg e per il formidabile duetto Oswald Breil e Sara Terracini, anche stavolta, chiamati a salvare il mondo. 
Un sentito applauso a Marco Buticchi per la sua diabolica abilità  nel mischiare periodi e fatti storici  lontani e in apparenza diversi tra loro. Riesce talmente bene a shakerare realtà e fiction (più o meno il 50 per cento di quanto narra corrisponde a verità), da imbrogliare persino il lettore più smaliziato.

Patrizia Debicke

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