Città di polvere



Romano De Marco
Città di polvere

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Milano,la città di polvere. La vittima consenziente e avida di un gioco al massacro tra bande di malavitosi. Da una parte la ‘ndrangheta, la vecchia guardia, che gestisce lo spaccio di cocaina, dall’altra una banda che vuole imporre nuove regole e una nuova droga, la green inferno.
E proprio nell’inferno sembra sprofondare la città. Con una rapina che termina in carneficina inizia la guerra per il controllo dello spaccio.
Una partita a scacchi, dove ogni mossa è un massacro. Una lunga scia di sangue attraversa Milano e anche le mani di alcuni poliziotti sono sporche.
Per combattere a armi pari anche le forze dell’ordine devono scendere a compromessi e ricorrere a metodi non convenzionali.
L’arma impropria usata ha il volto di Marco Tanzi, ex poliziotto,traditore e venduto, diventato barbone e poi rinato per ritrovare la figlia rapita.Per avere una chance di riscattare il proprio passato e crearsi così un futuro, accetta di rivestire i panni del rinnegato e tornare in prigione, nonostante la ferma opposizione del suo amico Luca Betti.
Ritroviamo così già due dei tre protagonisti del romanzo precedente “Io la troverò”. La loro amicizia è più salda che mai, ha sfidato e vinto l’impossibile. E’ uno di quei legami che così forti che va oltre le parole e legge direttamente l’anima.
Sono due persone in piena crisi, in quell’età, alla soglia dei cinquanta, dove la vita sembra essere tutta alle spalle, dove la solitudine è un macigno, dove si ha la sensazione che il tempo sia esaurito e il futuro è un concetto vago, nebbioso, quasi inesistente.
I figli sono grandi e ci si rende conto che se prima erano loro ad avere bisogno dei genitori, ora è il contrario: sono diventati loro il punto di forza, il puntello di una vita arenata. La maggior parte dei personaggi positivi del romanzo mostra questa profonda insoddisfazione per il presente e una grande insicurezza. Sono persone in crisi, alla ricerca di un motivo per andare avanti.
Terza protagonista che ritroviamo del libro precedente è Laura Damiani, che qui assume il ruolo principale. A lei vengono affidate le indagini e sarà lei a dover dirigere il gioco, sempre più pericoloso.
Con bei personaggi, scene ad alta tensione e tanta tanta azione, De Marco ancora una volta costruisce una storia convincente e piena di colpi di scena e sfodera il suo stile veloce, che procede per immagini nitide e d’impatto, come nei migliori action movie , usando un coinvolgente tempo presente e passando spesso a una più intimistica soggettiva, in prima persona, nei capitoli dove parlano Tanzi e Betti.
Coniugando azione,adrenalina e suspense con profonde riflessioni psicologiche e  acute analisi dei comportamenti umani e della società, De Marco regala un libro che Alan D. Altieri nella quarta di copertina definisce così” …una inattesa variante del thriller: quello sociale, da intendersi nel senso più vero del termine”.

Cristina Aicardi

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