Il mistero dell’orto di Rocksburg



K. C. Costantine
Il mistero dell’orto di Rocksburg
Carbonio Editore
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I pomodori di Rocksburg.
Purtroppo sono cresciuto in un paesello così piccolo che in piazza non c’era nemmeno lo spazio per essere claustrofobici, ma a soffocarmi non era la ristrettezza “urbana” – c’erano addirittura tre strade per scappare dalla quella brutta copia di un borgo svizzero da cartolina – perché a fare i danni peggiori era l’angusta dimensione mentale di chi abitava quelle quattro case.
Insomma, si trattava della fotocopia rimpicciolita della classica provincia italiana in cui succedono le peggiori cose che tutti conoscono nei dettagli, ma di cui nessuno mai parla apertamente per non offuscare l’onore e la rispettabilità di una comunità che si pensa innocente, ma che in realtà è complice se non addirittura il mandante dei peggiori delitti, abusi e violenze.
Il mistero dell’orto di Rocksburg è un romanzo di K.C. Constantine, alias sotto cui si nasconde Carl Kosak. Ambientato in una piccola cittadina in Pennsylvania, ci porta a marcare stretto il capo della polizia Mario Balzic occupato a non morire di noia durante le infinite trattative delle parti per il rinnovo del contratto delle forze dell’ordine e a tenere a bada l’ansia della compaesana Frances Romanelli, scatenata dall’atipica scomparsa del marito James.
L’autore è un “ragazzo” del ’34 che nella vita è stato un Marine, un giornalista, un professore di inglese che all’età di 48 anni scrive un romanzo con uno stile molto più graffiante e fresco di altri colleghi più giovani e più moderni. Mirabile è la capacità di non sprecare parole per delineare i personaggi o mettere sotto il naso del lettore gli indizi; i dialoghi sono la bussola per orientarsi nell’indagine e scoprire la natura dei protagonisti.
Avete presente il precetto “Show, don’t tell”? Il mistero dell’orto di Rocksburg mostra e non racconta il decadimento di una città distrutta da una crisi economica agli inizi degli anni ’80, l’indomabile spirito di un personaggio scorbutico, sboccato e dedito all’alcol, e la claustrofobica quotidianità di una cittadina ripiegata su sé stessa.
Dei pomodori perfetti in anticipo sulla stagione e un piccolo orto nascondono un segreto che vale la pena scoprire.

Mirko Giacchetti

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