Robert Bryndza, dopo il successo della sua precedente saga thriller divisa in quattro volumi e interpretata da una tosta ma convincente Erika Foster, con “I cinque cadaveri” ha inaugurato una nuova serie stavolta con protagonista Kate Marshall, ex donna poliziotto molto determinata che ha vissuto sulla sua pelle un dramma umano . Un dramma che l’ha profondamente marchiata nel corpo e nell’anima. Una donna che ha rischiato di persona e sa cosa significhi rischiare il tutto per tutto. Una donna, ancora ferita da stimmate, dopo il caso avvenuto più di quindici anni prima, che pareva aver messo la polizia con le spalle al muro. Ma passiamo a La casa nella nebbia: con un avvertimento. Se pensate di comprare anche “I cinque cadaveri” (cosa che consiglio), meglio leggerlo per primo in considerazione di certi particolari che ritroveremo nel secondo. Comunque, per chi invece intenda partire da questo: tutto era cominciato a Londra 1995 quando “Il Cannibale di Nine Elms”, un mostruoso ma inafferrabile serial killer faceva strage di ragazze adolescenti, sempre senza lasciare tracce. Solo Kate Marshall era riuscita a incastrarlo, portarlo a commettere l’errore fatale e farlo catturare. Il sanguinoso arresto del Cannibale si era però trasformato per lei in un vero incubo. La spaventosa successiva sequenza di avvenimenti infatti che l’aveva portata vicina alla morte invece che gratificarla come avrebbe meritato, aveva addirittura compromesso la sua carriera in polizia e la sua reputazione. In seguito aveva dovuto fare difficilissime scelte. Perché mesi dopo la tragedia infatti era nato Jake, un bambino che per anni aveva provato a crescere da sola. Ma, ossessionata dagli incubi del passato, aveva tentato di annegare nell’alcol fino al momento in cui il piccolo le era stato tolto per affidarlo alla tutela dei nonni, ai suoi genitori. Ha dovuto accettare e subire, soprattutto per il bene del bambino. E dopo, finalmente, il ricorso agli alcolisti anonimi che le avevano regalato abbastanza forza per affrontare e superare la dipendenza e la via d’uscita dal tunnel. Se ne è andata da Londra, ha cercato di dimenticare e si è trasferita in una piccola città costiera, Thurlow Bay sulla costa sud dell’Inghilterra, dove lavora come accademica di criminologia nell’università di Ashdean, a sei chilometri di distanza, passa il tempo libero nuotando e puntualmente, semestre dopo semestre, fa lezione ai suoi studenti con il supporto di un giovane assistente professore aggregato, Tristan Harper, che abbiamo già conosciuto nel primo capitolo della serie.
Sia Tristam Harper che il medico legale della zona, Alan Hexsham, uomo gigantesco, che invecchiando assomiglia sempre più a un orso. si sono dimostrati un efficace supporto nella soluzione del precedente caso, che pareva quasi un revival della storia del Cannibale, in cui Kate si era ritagliata un bel ruolo di spalla alla polizia. Ruolo che addirittura le aveva fatta sognare nuovi orizzonti, di diventare con Tristana investigatori privati a tempo pieno, anche se poi avevano preferito rinviare e continuare a lavorare all’università.
Oggi Kate è ancora una donna che stringe i denti per sopportare ciò che verrà e madre di un figlio, che ha il diritto di vedere solo durante le vacanze. E infatti Jake è rimasto con lei per tutta l’estate, arrivando a Thurlow Bay dopo aver sostenuto gli esami GCSE per la scuola superiore. E Kate sta proprio facendo con suo figlio una gita coronata da un’immersione subacquea nel bacino idrico di Shadow Sands quando, a circa venti metri di profondità, fanno una scoperta scioccante: il corpo senza vita di un giovane, impigliato nel campanile della chiesa del villaggio sommerso. Il ragazzo era in campeggio con un amico poco lontano dall’acqua. Amico che, non trovandolo al suo risveglio al mattino del giorno dopo, ne aveva denunciato la scomparsa. In quattro balletti la locale stazione di polizia partorisce una versione ufficiale dedicata alla famiglia e alla stampa. Per loro si tratta senz’altro un di un tragico annegamento avvenuto per disgrazia.
Ma secondo Kate, che ha notato le condizioni del corpo della vittima , l’ipotesi di un tragico annegamento non quadra, e in più la madre del giovane morto, andata a chiederle di approfondire, l’informa che il figlio era un campione di nuoto. Nella versione data dalla polizia risultano un serie di incongruenze e ben presto il coinvolgimento diretto di Kate mette in moto una catena di dubbie circostanze. Infatti, dopo la sua conversazione con il medico legale Alan Hexsham e la ripetizione dell’autopsia,che per la prima volta era stata affidata ad altri, porta a cambiare la causa della morte del giovane da annegamento accidentale a probabile omicidio.
Mentre le indagini continuano ma l’inettitudine pare regnare sovrana, Kate e Tristan si trovano a dover fronteggiare inquietanti indizi rivelatori. Tanto per cominciare ci sono state altre vittime ripescate dal bacino. Il ragazzo morto potrebbe anche essere solo l’ultimo di una serie. E come se non bastasse si vocifera che negli anni passati ci siano state diverse scomparse legate alla brughiera. Nei dintorni di Shadow Sands, infatti, circolano strane voci a proposito di un sadico assassino che, peggio di un fantasma, si nasconde nella nebbia, sempre pronto a colpire. .
Quando poi una giovane collega italiana, assunta a contratto dall’università, una ricercatrice di antiche folcloristiche leggende del Devon e della Cornovaglia, scompare lasciando dietro di sé come unica traccia, la sua Vespa gialla (Paolo Roversi?), con la quale scorrazza per strade e sentieri. Kate e Tristan Harper il suo assistente sanno di doversi muovere in fretta scavando a fondo e in tutte le direzioni se vogliono ritrovarla viva e intraprendere una drammatica corsa contro il tempo. Ma l’inafferrabile serial killer a cui Kate sta dando la caccia non è l’unico a essere un passo avanti. Qualcun altro ha deciso che i segreti di Shadow Sands debbano restare sepolti… Bisogna fare in fretta, confrontarsi con l’incapacità della polizia e guardarsi le spalle Potrebbe esserci anche peggio di un semplice problema di corruzione?
Ancora una storia densa di ritmo e colpi di scena poi, oltre al preciso mistero da sbrogliare, facciamo migliore conoscenza con Kate e Tristan. Apprendiamo infatti sentimenti e particolari su Tristan, chi è, e cosa fa oltre ad essere l’assistente di ricerca di Kate. Assistiamo a come Kate continua a dovere combattere i suoi problemi con l’alcol e come i suoi rapporti con suo figlio Jake cambino e rischino di diventare persino conflittuali man mano che lui cresce. Non so quanto Jake potrà trarre giovamento da certe prove e incontri che ha deciso di affrontare e nei quali coinvolge per forza la madre. Sono scelte azzardate e, dolorosamente rischiose. Lasceranno il segno? Potranno servire? Chissà?
La casa nella nebbia – Robert Bryndza
Patrizia Debicke