La gabbia – Tessa Kollen



Tessa Kollen
La gabbia
Edizioni Le assassine
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La gabbia un romanzo schematico, molto ordinato, scritto sul genere Agatha Christie: svolgersi degli eventi dentro una comunità ristretta, comparsa truculenta del cadavere, avvio delle indagini ispettive, tutti possibili sospettati, tutti con un motivo per compiere un omicidio. 
Ambientato in una Scuola Internazionale, frequentata dai figli dei vari ambasciatori e diplomatici, descrive le lunghe giornate e il giro di vite delle famiglie e soprattutto delle mogli degli ambasciatori, che relegate a figure secondarie al fianco dei loro mariti, tendevano ad annullare le loro attitudini e le loro personalità, in parte perché straniere e immerse in una società dove nessuno era nativo del luogo, in parte perché riducevano la loro identità ad un’appartenenza coniugale. La maggior parte degli espatriati, compresi i diplomatici, sono missionari, vogliono cambiare il mondo, mercenari, vogliono fare soldi, o disadattati, non si sentono a proprio agio nella società in cui vivono, mentre sono impegnati apparentemente a migliorare le relazioni internazionali e a promuovere la pace nel mondo.
In una sfilata sequenziale vengono introdotte le varie coppie, la prima quella dell’ambasciatore Alan, molto giovane e sua moglie Sophie, che era perfetta nel suo ruolo, benché tendesse a prendere le distanze da lui, perché voleva evitare che il destino del marito fosse anche il suo. E poi compare Sandy, moglie di Sam,  che voleva prendere il posto di Joanne Lawson come consulente per la scuola elementare dell’American International School e dimostrare che aveva delle capacità in più rispetto al suo ruolo coniugale. Ma Joanne Lawson forse intendeva proseguire il suo contratto, nonostante tutti la odiassero, gli insegnanti e pure le madri, e fosse in odore di licenziamento per la storia extraconiugale che  intratteneva col norvegese Lars Aagard, sposato con Ingeborg. Poi compaiono Carrie un’antropologa culturale e scrittrice di romanzi e suo marito Chad. E poi avviene il fatidico ritrovamento del cadavere, il mercoledì successivo nel pomeriggio, riverso sul pavimento del suo ufficio, risultato di un veleno versato nel caffè. Omicidio premeditato. Quest’omicidio condizionerà nel bene e nel male le vite di tutti i componenti del circolo e delle mogli che si riunivano il mercoledì pomeriggio per fraternizzare e trovare delle soluzioni al male comune, che era rappresentato dalla gabbia dorata in cui erano rinchiuse, dal tedio e dalle limitazioni cui una vita da esuli le costringeva, relegandole ad un ruolo subalterno. Si riunivano a casa di Fiona e Carrie, da abile narratrice, le intratteneva tutte. L’argomento delle riunioni erano le circostanze sospette intorno a quest’omicidio e considerare i possibili sospetti e i loro moventi. Brindisi su brindisi alla soluzione di questo omicidio. Carrie stava sviluppando una specie di ossessione, ampliare la trama del romanzo che stava scrivendo. 
Quando non hai un lavoro retribuito, vivi in una piccola gabbia dorata, declassata a “moglie di” e nessuno ti chiede del tuo background professionale per uscire dal tedio di questa gabbia potresti condurre un “esperimento sociale”. 
Il finale è lineare e un po’ prevedibile, non ha profondità e lascia un senso di leggerezza che non soddisfa pienamente il lettore morboso, abituato ai thriller mozzafiato dai ritmi stringenti. Pur tuttavia La gabbia Dorata è un romanzo d’esordio, che incontrerà il gradimento dei lettori che sono agli inizi con questo genere letterario.

Valeria Arancio

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