Le siamesi – Alessandro Berselli



Alessandro Berselli
Le siamesi
Elliot
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Meno di zero. No, non è il voto al libro di Berselli, ma il primo richiamo immediato che mi è venuto in mente leggendo le Siamesi.
Se Ellis faceva un ritratto feroce di una generazione, quella edonistica degli anni 80, ragazzi assolutamente apatici, incapaci di provare emozioni, pronti solo a perdersi tra alcool, feste e droga, Berselli porta alla luce il vuoto della generazione di oggi, attraverso gli occhi e la personalità di Ludovica, la protagonista.
Le siamesi  è una caduta negli inferi, un approfondimento psicologico dell’incapacità di alcuni giovani di provare empatia, sentimenti e compassione. Talmente gelidi e presi da un nulla artificioso ma terribilmente trendy, da arrivare a cercare la morte per esistere, per provare emozioni.
Un nulla arredato all’ultima moda, nel quale anche gli adulti si muovono in un mondo di apparenza, che cela un vuoto forse incolmabile, perché manca la comunicazione e si è preda dell’egoismo e dell’incapacità di crescere.
Una storia che si svolge nel giro di 48 ore e che è una discesa in picchiata verso il nero più nero.Una storia di morte, che trascina con sè il lettore, senza lasciargli scampo.
Un Berselli che non ti aspetti e che, abbandonato l’umorismo nero degli ultimi libri, ti mette all’angolo e ti costringe a guardare nel buio con una scrittura veloce, incisiva. Misurata. Non si nasconde mai dietro inutili giri di parole: prende la mira e centra il bersaglio.

Cristina Aicardi

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