La morte mi guarda – Tina Orr Munro



Tina Orr Munro
La morte mi guarda
Neri Pozza
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Il romanzo si snoda seguendo due linee: le riflessioni in prima persona della protagonista, Ally Dymond esperta CSI, e il racconto in terza persona delle azioni, avventure, incontri, scontri, interventi … di un paramedico di nome Simon. 

Conosciamo il carattere e la correttezza di Ally sin dalle prime pagine, quando smonta l’impianto accusatorio ai danni di un giovane, che potrebbe aver ucciso una ragazza,  ed è ritenuto colpevole oltre ogni ragionevole dubbio, come sostiene l’ispettore Stride. Purtroppo, a inchiodare il giovane potrebbe essere un’impronta riconoscibilissima, che però Ally non identifica come repertata da lei: sicuramente è stata inserita a sua insaputa tra  le altre. La sua deposizione garantisce la liberazione del giovane e la fine della carriera di Stride. Ma anche della sua: Ally viene trasferita dalla sezione Crimini violenti a incarichi routinari. 

La sua esistenza, non facile già prima, si complica ulteriormente: Megan, la figlia adolescente, l’accusa di non passare tempo con lei e di essere troppo presa dal lavoro; la sua vita affettiva oscilla tra avventure e paura, dopo che il padre di Megan l’ha abbandonata incinta e Sean, l’uomo sposato successivamente, si è mostrato violento e manesco; difficili anche i rapporti con Bernadette, la cosiddetta madre che sembra godere nell’amplificare i suoi sensi di colpa.

Del secondo protagonista, il paramedico Simon, conosciamo poco per volta carattere e abitudini dalle azioni che compie, dalle conversazioni con Trisha, la sua collega obesa in cerca di avventure, e dal comportamento scorretto nei confronti di Jackie, la moglie reclusa in casa e di molti altri che vengono abilmente manipolati da lui.

L’impostazione di questo romanzo poliziesco è originale: il lettore conosce sin dall’inizio il colpevole. Poco per volta ci vengono svelati gli stratagemmi da lui utilizzati per incastrare altre persone, le armi del delitto, il suo carattere ambiguo e ci si trova, inevitabilmente,  a parteggiare per Ally Dymond, che non riesce però a dimostrarne la colpevolezza. L’interesse è, quindi, focalizzato non tanto sulla scoperta del colpevole quanto su come riuscire a incastrarlo.

Ally si muove in un contesto in cui poliziotti e autorità sembrano corrotti e per lo più poco interessati alla scoperta della verità, accontentandosi della soluzione più facile. La donna viene messa nella condizione di agire in autonomia, per arrivare con ogni mezzo a raggiungere il suo fine: mettere in trappola il colpevole e farsi giustizia.

Che dire? Il romanzo scorre e appassiona, pagina dopo pagina, malgrado diverse ingenuità,  meccanismi di indagine spesso semplicistici e descrizioni dei caratteri minori talvolta troppo stereotipate.

Michela Vittorio

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