L’arte della salvezza – Intervista a Carmelo Sardo

L’arte della salvezza – Storia favolosa di Marck Art  -Zolfo Editore
Intervista a Carmelo Sardo – AgrigentoNoir 2021


L’arte della salvezza, questo meraviglioso libro di Carmelo Sardo, Caporedattore delle cronache per il TG5, pur non essendo un giallo nell’accezione comune del termine, racconta una storia intrisa di mistero. Mark Art, al secolo Marco Urso, originario di Favara, centro dell’agrigentino spesso al centro di delittuosi fatti di cronaca e che per fortuna da un po’ di tempo sta vivendo una interessante rinascita culturale grazie agli illuminati proprietari dei sette cortili, luogo magico in cui è stata creata Farm Cultural Park, un museo a cielo aperto che il blog britannico Purple Travel ha collocato al sesto posto al mondo come meta turistica dell’arte contemporanea preceduta da Firenze, Parigi, Bilbao, le isole della Grecia e New York.

Marck Art, è nato sordo. Cresciuto a Favara, vive l’infanzia nel silenzio, trattato come chi soffre di un grave deficit cognitivo. Ed è solo quando raggiunge i 15 anni che i genitori, lui muratore, lei casalinga, comprendono davvero la sua condizione e gli forniscono un apparecchio acustico. Corpulento, miope e strabico, Marco è un bersaglio inerme perfetto per i bulli del paese, e il suo futuro non sembra promettere alcun riscatto. Invece nel 2006 arriva la svolta. Tanto inattesa quanto infusa di poesia e misticismo. Scivolato in un lieve coma, Marco è in ospedale e si risveglia affermando di vedere gli angeli, i quali vogliono che dipinga per loro. Quel giorno inizia il viaggio straordinario di Marck Art. Quel giorno nasce la sua pittura dalla tecnica avvolgente, armoniosa, solo apparentemente scriteriata. Comincia così l’incredibile favola di Marck Art, le cui opere ora affascinano e conquistano i più grandi collezionisti italiani. 

A questo punto e approfittando della presenza dell’autore alla prima edizione di AgrigentoNoir, festival del giallo che per l’occasione della presentazione del libro si è spostato nella magnifica cornice di Casa Barbadoro ai piedi della Valle dei Templi, proviamo a sentire qualcosa di più dalle parole di Carmelo Sardo

Carmelo, questo tuo ultimo libro non è un giallo nel senso letterale del termine, ma contiene al suo interno una dose di mistero che difficilmente si trova in qualsiasi giallo. Mi racconti come ti sei appassionato a questa storia?
E’ tutto merito dell’incontro avuto circa due anni e mezzo fa con questo straordinario giovane uomo Marco Urso in arte Marck Art. L’ho conosciuto una sera di febbraio del 2019 in una casa romana di un caro amico comune ed è stato subito un incontro magico, come mi piace definirlo, perché questo giovane uomo che uno possa crederci o meno ha cominciato a toccare dei temi che comunque, al di là che uno sia credente o che sia ateo e non abbia nessun punto di riferimento dal punto di vista spirituale, ti affascina e ti ammalia e avevo subito intuito l’esigenza di questo ragazzo di poter diffondere la sua storia che ha cominciato subito a raccontarmi ed ho capito subito che si trattava di una storia straordinaria, fuori dal comune e intrisa come ben hai detto nella domanda di un mistero inestricabile, perché nessuno potrà mai potrà spiegare se quest’uomo veda come lui sostiene gli angeli, nessuno potrà dire a noi profani se quest’uomo sia diventato un grande artista, guidato come lui dice dagli angeli.

Io sono convinto che le storie aprano nuovi orizzonti soprattutto a chi le scrive e tra l’altro mentre lo fa, e allora tu, come hai rimodulato la tua idea di destino dopo aver affrontato il percorso di questo libro?
Io tecnicamente ho avuto delle grandissime difficoltà a dare un’impronta alla narrazione di questa storia, perché mi sono posto dalla parte del lettore cosa che io non avevo mai fatto visto che solitamente io racconto la mia storia, esorcizzo quello che ho dentro e poi sarà il lettore che si farà l’idea che vorrà. In questo caso invece io mi sono messo nei panni del lettore e allora ho dovuto discernere un lettore dall’altro, distinguendo tra chi crede, chi non crede e chi resta nel dubbio. Ho trovato tecnicamente una via di mezzo, una formula di narrazione che contempli tutte queste esigenze. Infatti c’è una prima parte in cui in forma introspettiva il protagonista racconta quello che gli è successo, e la seconda parte è il narratore che la indaga in forma un po’ come dire, antropologica ed investigativa.

Se proprio vogliamo inquadrare questo libro in un genere potremmo accostarlo al gotico per la presenza costante del sovrannaturale, ma a differenza del gotico o noir, che si chiama così appunto per la preponderanza del nero, questo è un libro pieno di colore a partire dalla copertina per continuare con una narrazione ricca che riesce a trasporre quasi in maniera musicale le parole dell’artista. Ti chiedo: quanto colore ha portato nella tua vita questo meraviglioso dono che è Marck Art
E’ molto bello poter scoprire attraverso questa fiaba moderna la carica esplosiva di questo personaggio e delle sue opere portino ricchezza a chiunque egli incontri, affermazione che tra l’altro hanno confermato tutte le persone che ho intervistato per indagare la vita di Mark e che hanno documentalmente dimostrato che le loro vite si sono arricchite con la sua conoscenza perché come dice la Marchesa Berlingieri, io ho voluto collezionare Marck Art perché la vividezza dei suoi colori è pace, armonia, felicità. E poi Marck ha anche questo grande dono umano, riesce a mettere a nudo chiunque si confronti con lui, ma a nudo nel senso buono del termine, si mette e ti mette a proprio agio.

La storia di Marck ad un lettore più sbadato potrebbe sembrare interessante perché si convince che la situazione di partenza del ragazzo, i suoi problemi di salute, il bullismo ricevuto, creino istintivamente empatia. Io credo invece che, si riesce subito ad entrare in sintonia con la storia di Marck in primo luogo perché va a infilare il dito nella piaga delle delusioni nei confronti del prossimo che ognuno di noi nella vita ha provato e poi, per la determinazione con cui un ragazzo riesce a seguire il suo destino. Tu cosa pensi a riguardo?
E’ molto vero, nel senso che fatalmente la storia di Marck comincia come la storia, la usa lui stesso come espressione, di uno scimunito. Lui era considerato lo scemo del paese, perché nella manifestazione del suo linguaggio, della sua parlata, si poneva così nei confronti degli altri. E quindi era inevitabile, soprattutto in un ambiente difficile come il nostro sud, era fatalmente diventato il bersaglio di coloro i quali lo bullizzavano. Poi questo percorso lo ha fatto sganciare da questa condizione ed è emersa l’intelligenza straordinaria di questo ragazzo. Marck è un ragazzo che ha il grande dono dell’intelligenza che va di pari passo con i nostri tempi. Provate a mettergli in mano un telefonino o chiedetegli qualunque cosa tecnologica e lui la fa meglio di chi è preposto a farlo come lavoro. Io l’ho voluto raccontare in modo che all’inizio potesse apparire come una persona con un handicap, che tra l’altro aveva, visto che la sordità è un handicap, ma poi piano piano conquistando e ammaliando il lettore, si è imposto all’attenzione di tutti non tanto per l’empatia ma quanto per la sua intelligenza e la sua grande voglia di vivere.

Ringraziamo Carmelo Sardo e la sua estrema disponibilità e invitiamo tutti i lettori di MilanoNera a continuare a seguire i prossimi incontri di AgrigentoNoir.

Salvo Di Caro

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