L’educazione delle farfalle – Donato Carrisi



Donato Carrisi
L’educazione delle farfalle
Longanesi
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Niente è come appare e spesso si impiega una vita per diventare quello che si è, per prendere consapevolezza dei propri sentimenti, delle proprie paure ed emozioni. Occorre tempo per far sì che il lombrico, o bruco, diventi una magnifica farfalla. 

La narrazione di Carrisi, asciutta e precisa, riesce a riprodurre lo straniamento dei personaggi, la loro perdita di equilibrio, di orizzonte, di senso, conducendoci a scoprire, passo dopo passo, quello che si agita nelle loro menti, disvelando pensieri, mozioni ed emozioni. Niente viene descritto ma narrato: è attraverso azioni, pulsioni, scelte ed errori che il nostro punto di vista sui personaggi si modifica, si amplifica, si dilata pagina dopo pagina.

Partiamo da Serena, giovane rampante broker, squalo della finanza. La vita che vive in alto, nei grattacieli che definiscono la skyline milanese, si distingue da quella dei marciapiedi dove trascorre il tempo il resto del mondo. Non ha remore, sensi di colpa, il sesso viene da lei vissuto come piacere, diritto a prendere senza dare, finché…qualcosa cambia. La vita che nasce in lei è imprevista, negata ma tenace: qualcosa va storto nei suoi piani e deve fare i conti con la nascita di Aurora, una bellissima bambina che assomiglia in maniera straordinaria a lei, tranne nella chioma, riccia e scomposta. 

Le loro esistenze scorrono in maniera tranquilla ma anaffettiva, con le giornate scandite da routine consolidate, frequentazioni di locali alla moda, personale di servizio e autista finché il caso, le scelte, cambiano il corso della loro vita. Serena invia Aurora, di appena sei anni, a Vion, località sciistica svizzera, per un campus invernale. La notte prima del suo ritorno a casa lo chalet dove è ospitata, insieme ad altre undici bambine, brucia. All’appello manca solo lei.

La perdita della figlia porta Serena a interrogarsi, colpevolizzarsi, cercare di rimuovere il dolore. Paradossalmente, l’acquisizione del senso materno nasce proprio a partire da questo evento, dalla scomparsa della figlia, per costruirsi, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, riflessione dopo riflessione. La sua vita cambia e il mondo, che prima veniva scrutato dall’alto, viene ora visto da un’altra prospettiva. Le persone che incontra sono diverse da quelle frequentate precedentemente e qualcosa la spinge alla ricerca della verità, perché è molto più facile cancellare la cicatrice di un parto cesareo che quelle della mente, del cuore, dell’inconscio. 

Quel qualcosa che la spinge a uscire da sé e dalla sua sicurezza è un video/messaggio misterioso che le fa immaginare che la figlia possa non essere morta durante l’incendio ma rapita. Le sue ricerche la portano in un mondo chiuso, tra boschi e baite sperdute, tra personaggi ambigui come le tutor che avevano in cura Aurora -Berta, Luise e Flora- oppure  Gasser, il commissario che sembra nascondere, o coprire, qualche oscuro segreto.

Poi c’è Adone Sterli, un misterioso personaggio, il  piromane che inizialmente Serena sospetta possa essere il colpevole. In realtà, quest’uomo segnato dalla vita e dal dolore nasconde ferite profonde, delicatezza ed empatia. I colloqui con lui le rivelano mondi sconosciuti, risorse inimmaginabili che la portano, poco per volta, a dare un senso a quanto successo.

Ma, come detto, niente è come appare e, dopo aver seguito una pista che si rivela un abbaglio, Serena sospende le ricerche per sei lunghi anni, finché qualcosa sopraggiunge, all’improvviso. Prima di arrivare alla conclusione, la donna compie un intero percorso che la porta a diventare un’altra persona. 

È forse questa l’educazione delle farfalle? Forse quel lombrico a sangue freddo, che lei era, è diventato un essere umano? È casuale che il suo seno pianga insieme a lei, producendo latte nei momenti di maggior dolore e rimpianto? 

Quello che Carrisi ci vuole indicare è che occorre tempo per acquisire una genitorialità consapevole? Che genitori, e soprattutto, figli lo si diventa con il tempo? Oppure che durante la propria vita non si può diventare un’altra persona? Riuscirà Serena a scoprire la fine che ha fatto Aurora, sparita o bruciata nella baita insieme alle ali di farfalla costruite per lei dalle tutor? Che tipo di farfalle potrebbero, o potranno, diventare Serena e Aurora? 

Carrisi sa come tenere viva l’attenzione del lettore, fino all’ultima pagina, in cui quasi magicamente vediamo materializzarsi un ricciolo biondo.

Michela Vittorio

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