Libri per ragazzi: Gioventù criminale – Igor De Amicis

Igor De Amicis
Gioventù Criminale
Piemme

Un ragazzo di sedici anni alla conquista di Roma – è il sottotitolo. De Amicis, dirigente di Polizia penitenziaria, ha scritto una storia nera ambientata in un mondo che conosce bene: un mondo dolente fatto di chi soffre e di chi fa soffrire anche uccidendo e attira i giovani senza un futuro come la luce le falene. Gianni –  padre tossico e alcolizzato che picchia figlio e moglie malata di Alzheimer – detto il Ninja per la sua agilità e abilità, con gli amici del quartiere, il Secco, Canarino (biondo) e Obama (scuro di pelle), praticano scippi e piccoli furti. Finché mettono le mani sul ricco portafoglio di due turisti americani e su un gioiello di grande valore. È il primo passo per entrare in contatto con lo spietato boss della malavita romana il Medusa (chi lo tocca si fa male) e il suo braccio destro Mezza Piotta. È un lungo piano sequenza cinematografico che vede aumentare la tensione mentre si sviluppa l’ineluttabile: i primi lavoretti, consegne di dosi e armi, estorsioni, minacce, pestaggi di debitori.

Entra in scena un commissario di polizia ben informato ed efficiente, ma di grande umanità, che spiega al ragazzo che ha davanti a sé una strada con due uscite: il carcere e il cimitero. O una terza: collaborare testimoniando su un omicidio a cui ha assistito in cambio di protezione e garanzie per lui e la madre. Diventare un “infame”? Contemporaneamente Gianni viene messo alla prova decisiva: uccidere il Secco perché ha “cantato”. Se non lo fa uccidi la madre, ordina il boss allo sgherro. Il Ninja fugge in moto sul Grande Raccordo Anulare, bella metafora: “un enorme anello, chilometri e chilometri di asfalto che circondano la capitale. Ovunque inizi la tua corsa, prima o poi tornerai sempre al punto di partenza. Il Medusa”. Il quale, messo sotto tiro dal Ninja, lo tenta: “Me vorresti ammazza’ pe prende er posto mio? Accomodati pure. Spara. Spara. Che tanto, morto un capo se ne fa n’artro”. La struttura narrativa ha molto della tecnica cinematografica, come si è già accennato, con un montaggio di capitoli brevi come stacchi tra le varie scene e un linguaggio secco e misuratamente mimetico. Da 12 anni

Fernando Rotondo

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