L’uomo che odiava i martedì



hakan nesser
L’uomo che odiava i martedì
guanda
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Un quarto romanzo da leggere con Gunnar Barbarotti per protagonista. Un ritorno atteso quello del malinconico ispettore di origine italiana con la sua famiglia allargata che, stavolta, è alle prese, sempre con l’aiuto dell’inossidabile amica, bravo ispettore e compagna di lavoro Eva Backman, con un caso difficile, che affronda le radici nel passato. Trentacinque anni infatti dividono la fine inspiegabile di Maria Winckler da quella di Germund Groth, una coppia nella vita, che sembra unita anche nella morte in fondo a un burrone nei boschi intorno a Kymlinge.

L’ipotesi più logica porterebbe a pensare a un incidente seguito da un suicidio. Ma qualcosa non convince e sia l’antica, meticolosa e testarda indagine di un collega sulla prima morte, quella della donna, che una serie di sensazioni precise, indotte dalle personalità delle due vittime e dei loro amici, portano i nostri due investigatori a pensare che possa trattarsi invece di omicidio. Cosa si nasconde dietro l’apparente normalità del gruppo che Germund e Maria frequentavano fino dai tempi dell’università a Uppsala?

Cosa è accaduto tanti anni prima durante quello che sembrava un viaggio felice di sei buoni amici nell’Est dell’ Europa?

Barbarotti e la Backman indagano in lungo e in largo, scavando nella psiche dei personaggi, invano pare, poi, piano piano, si intravede uno spiraglio e finalmente la matassa si dipana facendo scoprire lo spaventoso dramma d’amore che stava dietro quanto è accaduto.

Tanti, troppi aspetti di amore si sono mischiati male: amore vero, amore altruista, amore sofferto, amore preteso e non corrisposto e, insieme, hanno portato inesorabilmente alla duplice tragedia.

E forse anche il segreto di un amore non compreso abbastanza, aveva minato la psiche di un bambino, costringendolo a commettere, in un lontano passato, un gesto irreparabile.

patrizia debicke

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