Mi piace seguire passo passo la vita dei miei personaggi. Intervista a Rosa Teruzzi – Ombre sul naviglio

In occasione dell’uscita del nuovo romanzo Ombre sul naviglio, Sonzogno, MilanoNera incontra Rosa Teruzzi.


Ciao Rosa e grazie della disponibilità, ma soprattutto grazie per il nuovo romanzo. Entriamo sempre di più nella via delle nostre donne del Giambellino. Quest’ultimo romanzo l’ho trovato più introspettivo degli altri. Libera è sempre stata molto riflessiva, ma in questa ultima, per ora, puntata è contesa tra la voglia di lasciarsi andare e il suo bisogno costante di sicurezza. Ce ne vuoi parlare un po’?
Il fatto che Libera fatichi a prendere l’iniziativa è una leggenda metropolitana nella sua famiglia (Iole la chiama “la muflona” per il suo attendismo), ma in realtà è una leggenda, perché nelle questioni pratiche Libera è fin troppo decisa e responsabile. Il suo punto debole sono i sentimenti. Il timore di ferire chi ama e i sensi di colpa la accompagnano in ogni situazione. E poi c’è l’atavica paura dell’amore a frenarla. Potrebbe essere diversamente per una donna che non ha conosciuto il padre e che ha perso troppo presto il marito? Ma in “Ombre sul Naviglio”, Libera, a lungo tormentata dal pensiero del suo uomo accanto a un’altra, imbocca finalmente la sua strada. Non a caso, l’ultimo capitolo del romanzo si intitola “E poi fate l’amore”.

Uno dei miei personaggi preferiti è Iole. In questo romanzo dà il meglio di sé con i travestimenti, per entrare nella parte dell’investigatrice esibisce panni dismessi e anonimi e tutine da Catwoman. E’ sempre stata la parte spensierata della coppia di Miss Marple del Giambellino. Eppure, ho come l’impressione che la sua sia più che altro una facciata, custodisce un rimpianto del suo passato che forse non riesce ad ammettere nemmeno a se stessa. Mi sbaglio?
Iole è umana, come tutti, ma è la persona più lontana al mondo dal vittimismo. Non ama indulgere nelle sue fragilità né svelarle. Però è evidente che chi ha sempre giocato con la forza vitale del sesso possa incontrare, prima o poi, qualcuno che lasci un segno anche fuori dalla camera da letto. Qualcuno libero come lei, ovviamente. Che poi si tratti del Gatto con gli Stivali di questo romanzo non è affatto sicuro…

Questo duo di investigatrici è ormai un trio, agli ordini di Cagnaccio, infatti seguono l’indagine con la collaborazione di Irene. Un personaggio che mi intriga parecchio, giovane, una brava reporter, ma dotata di una sensibilità unica, entra ancora di più in sintonia con Libera, sembra essere l’unica che riesce a capire i suoi turbamenti.
Come dicono molte mie lettrici, Irene è una “giovane-vecchia”. La sua storia familiare l’ha fatta crescere in fretta. Il mestiere che ha scelto – è una cronista di “nera” – la mette in contatto quotidiano con persone che sperimentano il dolore. Lei se ne lascia attraversare e, nonostante la sua giovane età, prova “pietas” ed empatia. Per questo le sue interviste sono così formidabili. Per questo va tanto d’accordo con Libera che apprezza la sua ombrosa gentilezza.

Al casello arriva un’altra figura femminile, stavolta un cane, Idra. Lo avevamo già incontrato, ma adesso inizia a far parte della vita del casello. Un cane deluso dagli umani, diffidente, ma c’è un passaggio nel libro che mi ha quasi commosso: sdraiate su un prato, cerca volontariamente il primo contatto fisico con Libera, le si appoggia sul fianco, fa tenerezza. Le anime deluse che stanno soffrendo si riconoscono, non importa se una è umana e l’altra animale.
Idra è l’unico personaggio reale dei miei romanzi. E’ stata per anni il cane della mia famiglia. Le ultime foto di mio padre sono quasi tutte accanto a lei. Era un incrocio tra un boxer e un pastore tedesco, esattamente come la Idra del romanzo. Ed era brusca e diffidente come lei, ma come lei capace di gesti di vero affetto. Nelle prossime avventure di Libera avrà ancora più spazio, perché gli animali spesso ci riempiono la vita.

C’è un passaggio nel romanzo, Libera incontra una scrittrice che ha acquistato un casello, lo sta ristrutturando per dargli nuova vita… mi ricorda tanto qualcuno. Sei tu, vero?
Andrea, mio cognato, quando è arrivato a pagina 114 è sobbalzato. Mi ha scritto, divertito: “Impensabile stratagemma letterario”. Ma per me, quella pagina, non è stata solo un divertissement. Era funzionale alla trama. E non è casuale che il capitolo si intitoli: “L’amore va oltre”.

Una cosa che mi piace tantissimo nei tuoi romanzi è la natura. Non solo i fiori, ma anche i paesaggi riempiono gli occhi di noi lettori. Con le parole sai persino trasmettere i profumi. E questa è una cosa bellissima, rendi i tuoi romanzi vivi. Come ci riesci?
E’ facile per me, perché io la natura l’ho sempre amata. Sono una ragazza di campagna, trasferita in città, con il cuore diviso a mezzo tra Milano e Colico, il paese sulla sponda lecchese del lago di Como dove scrivo i miei romanzi. Non c’è niente di più poetico, per me, della forza di un papavero che sboccia tra le pietre e le traversine di una linea ferrovia. E’ bellezza gratuita, come tutta quella della natura.

Ma non parliamo più del libro, altrimenti rischiamo di raccontare troppo. Invece ti faccio una domanda che mi sono posta in fase di lettura. La fioraia del Giambellino, esce un romanzo all’anno, ma sono tutti ambientanti nel 2014. I mesi vanno avanti, l’abbiamo conosciuta in piena estate e ora siamo alle porte dell’autunno. Non è difficile scrivere un romanzo ambientato sempre nello stesso anno?
No, anzi. Per me non si tratta di sei romanzi (sette con il prossimo), ma di un’unica storia che è il romanzo della vita dei miei protagonisti. Mi piace seguirli passo passo, raccontarne le vittorie e le sconfitte, la reazione alle sfide, la capacità di adattarsi e cambiare. E poi sono felice che le loro avventure avvengano prima dell’era covid. Che Libera e le altre non debbano indossare mascherine, che possano abbracciarsi senza paura e respirare, a pieni polmoni, sdraiate sotto un albero guardando il cielo.

E sempre parlando della tua scrittura, le avventure delle nostre amiche, le hai ben chiare, prima di iniziare a scrivere, oppure nascono man mano che procedi con la scrittura?
Le avventure delle miss Marple del Giambellino nascono nella mia testa durante l’anno e poi trovano corpo d’estate, quando le scrivo nello studio del casello ferroviario dove passo le vacanze. Ma non ho una scaletta definita e assolutamente non esiste un “piano dell’opera” che preveda lo sviluppo delle varie storie. Quando comincio la prima pagina di un nuovo romanzo, ho solo un’idea generale della trama, inizio e fine. Mi piace farmi sorprendere dalla reazione dei miei personaggi quando li metto di fronte a una certa situazione. Penso che questo sia più divertente per me e forse anche per i lettori.

Hai già in mente cosa succederà nel prossimo romanzo? Ci hai lasciato con un sospeso enorme….
Sì, sì, un’idea ce l’ho. E’ una storia di promesse infrante e di colpe che tornano dal passato e riguarda una delle giovani clienti di Libera. Ma forse anche lei.

MilanoNera ringrazia Rosa Teruzzi per la disponibilità.


Rosa Teruzzi sarà ospite di Non solo Giallo di sera a Ortona, il festival letterario con la direzione di Romano De Marco che si svolgerà in presenza a Ortona (Ch) dal 3 all’11 luglio.
Tutte le info e il programma qui

Numero unico prenotazioni per partecipare agli eventi
373 3444333

Lucia Cristiano

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