Nero ferrarese – Lorenzo Mazzoni



Lorenzo Mazzoni
Nero ferrarese
Pessime idee
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Una serie di omicidi politici sembra riportare Ferrara agli anni di piombo. Prima, un attivista di un gruppo universitario di estrema destra, viene assassinato a colpi di pistola durante l’intimità di un incontro amoroso, poi è un politico della Lega Padana a soccombere sotto i colpi di un’arma da fuoco: solo l’inizio della parabola criminale avviata dagli Spontaneisti Armati Combattenti, il gruppo rivoluzionario che rivendica i violenti attentati raccontati in Nero ferrarese. 
In un commissariato affollato da uomini in divisa pronti a riconoscere come responsabili alcuni poco credibili terroristi di sinistra, stanziati in un centro sociale di periferia, l’ispettore Pietro Malatesta, uno sbirro con il mito di Starsky & Hutch e un passato di botte epiche nella Curva Ovest della SPAL, intravede una possibilità diversa, meno affascinante dalle parti della questura ma molto più vicina alla storia e alla logica.
Accompagnato dal fido assistente Gavino Appuntato, un sardo barbaricino dai modi riservati, l’ispettore protagonista di Nero ferrarese esplora la zona compresa tra i giardini di Viale Costituzione e il Grattacielo, la cosiddetta Banlieue, per l’alta concentrazione di stranieri, nella quale, tra l’altro, vive assieme alla sua disfunzionale famiglia allargata. I due sbirri indagano analogamente la Ferrara dei bar del centro storico, un tempo popolati da una pittoresca malavita locale, fedele a un codice di comportamento ormai scomparso; la Ferrara dove oggi si riuniscono studenti desiderosi di serate infrasettimanali a base di sesso, droghe sintetiche e sesso senza amore. 
In questo viaggio nelle svariate anime della città estense, Malatesta e Appuntato interrogano delinquenti di mezza tacca ed emarginati di ogni tipo; gente che, tra una riga di coca scadente, una canna di puzzone o una birra sgasata, potrebbe aver incrociato proprio gli uomini nel mirino dell’ispettore. 
Il filo giusto appare grazie alla capacità d’analisi di Malatesta, un’intuizione basata sullo studio di un particolare del caso che lo perseguita e che, grazie a sacrificio e dedizione, conduce alla soluzione della tragicommedia immaginata da Mazzoni. Un finale di romanzo riassumibile in una frase di Marx: la Storia si ripete sempre due volte, la prima come dramma e la seconda come farsa. 
Ed è nella seconda categoria che si inquadrano i cattivi di Nero ferrarese

Thomas Melis

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