Tutto come ieri – Paolacci e Ronco



Paolacci e Ronco
Tutto come ieri
Piemme
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Tutto come ieri. Un’indagine di Paolo Nigra
Un omicidio senza colpevole, vecchio di 6 anni, ritorna a tormentare il vicequestore aggiunto Paolo Nigra. È l’unico caso irrisolto della sua carriera e ora quella pistola che ha ucciso una opaca impiegata, tutta casa e lavoro, senza storie amorose conosciute, è tornata a sparare. Questa volta l’obiettivo erano gli immigrati radunati nella piazzetta della Commenda di Prè, a Genova.

Cosa lega un attentato, che sembra a sfondo razziale, al cold case della segretaria? Quale invisibile filo lega i due episodi?

Antonio Paolacci e Paola Ronco in “Tutto come ieri”, ed. Piemme, costruiscono una trama che viaggia sempre su un doppio binario: quello della complessità e quello della semplicità. Cioè quando tutto sembra complicato, irrisolvibile, incomprensibile, ecco comparire la facciata della soluzione quasi ovvia, naturale sviluppo degli eventi, ma proprio per questo ingannevole. Insomma, vale la buona regola di un giallo che si rispetti: nulla è come appare. E gli autori attraverso i tormenti investigativi ed esistenziali di Nigra realizzano un disegno terribilmente reale della società in cui siamo immersi, passando dalle tensioni sociali legate all’immigrazione, alle speculazioni politiche, dalla pervasività dello spaccio di droga alle reazioni bacchettone e omofobe nei confronti delle coppie gay. Lo spaccato di una società contraddittoria e dolente, superficiale e spietata, in cui l’egoismo e l’odio sono i sentimenti dominanti, insomma una società “livida e sprofondata per sua stessa mano” per citare Fossati, visto che siamo a Genova, anche se il verso si riferiva alla città di Milano.

Nigra è a Napoli, incasinato a dovere nelle presentazioni alla famiglia di Rocco, il suo compagno, attore che da qualche tempo ha un grande successo grazie a una serie tv in cui interpreta un commissario. Viene informato dell’attentato a Genova e potrebbe fregarsene, perché è in ferie, ma la scoperta del legame con l’omicidio di sei anni prima mette in moto il vortice investigativo, che coinvolge e come al solito travolge la sua squadra, visto che siamo al terzo episodio della serie con Nigra. Il ritmo si fa man mano incalzante, anche perché c’è una ragazzina bengalese, che ha visto in faccia chi ha sparato nella piazzetta contro gli immigrati, e per questo rischia di essere uccisa. La verità sarà un colpo di scena che ovviamente non racconteremo, ma che rientra perfettamente in quel disegno spietato di una società reale, per niente edulcorata, che rappresenta il tratto caratteristico e palpitante di questa storia raccontata da Paolacci e Ronco.

La definizione di giallo sociale sta un po’ stretta a “Tutto come ieri”, perché riesce ad andare oltre la semplice denuncia, oltre il disvelamento delle storture quotidiane della vita in cui spesso ci imbattiamo e che non vogliamo vedere. Questa storia non ha nulla di confortevole, anche quando sembra cedere per un attimo a una carezza, si scopre che la mano è foderata di carta vetrata, per smontare stereotipi e false consolazioni. 

Il ritmo riesce a inchiodare il lettore alle pagine, nonostante i ripetuti ceffoni alla presunta normalità che ognuno di noi vuole vedere. I personaggi hanno tratti forti e ben definiti, conditi dalla giusta dose di umane debolezze, senza per questo diventare macchiette, come sempre più di frequente accade. La storia è molto ben congegnata e per questo i messaggi passano in modo molto incisivo. A questo proposito segnalo il personaggio di Nayana, la ragazza bengalese, un concentrato di sociologia sulla questione dell’immigrazione in Italia.

Michele Marolla

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